Riviera International Film Festival 2021, tutti i vincitori

Cinema

Il film ungherese “As Far As I Know” e il documentario norvegese “Newtopia” sono i vincitori del festival che si svolge a Sestri Levante arrivato alla sua quinta edizione. Assegnati anche i Premi di miglior regista a Malou Reymann (“A Perfectly Normal Family”), miglior attore a Julian Vergov (“German Lessons”), miglior attrice alla giovanissima Kaya Toft Loholt (“A Perfectly Normal Family”) e l’Audience Award, il film più votato dal pubblico di MyMovies.it, allo svizzero “Spagat”

Si è conclusa, con la cerimonia di premiazione dei vincitori, la quinta edizione del Riviera International Film Festival che, anche quest’anno, su impulso del proprio Presidente e creatore Stefano Gallini Durante ha portato a Sestri Levante i grandi protagonisti del cinema italiano e internazionale: dal regista e sceneggiatore premio Oscar Kenneth Lonergan, al produttore di Oliver Stone Eric Kopeloff; dal nuovo volto del cinema italiano Greta Ferro a Carlo Gabardini autore, insieme a Gianluca Neri, della serie evento “SanPa”, per arrivare, naturalmente, all’attrice e produttrice statunitense Aubrey Plaza, a Sestri Levante per presentare in anteprima nazionale il suo film “Black Bear” reduce dal Sundance Film Festival e premiata con l’Icon Award 2021. A vincere come miglior film è stato il film ungherese "As far as I know" mentre il premio per il miglior documentario è andato al norvegese "Newtopia"

Assegnati anche i Premi di miglior regista a Malou Reymann (“A Perfectly Normal Family”), miglior attore a Julian Vergov (“German Lessons”), miglior attrice alla giovanissima Kaya Toft Loholt (“A Perfectly Normal Family”) e l’Audience Award, il film più votato dal pubblico di MyMovies.it, allo svizzero “Spagat”. Tra i documentari, Menzione Speciale per il canadese “The Magnitude of All Things”

approfondimento

Riviera International Film Festival, via in presenza all'edizione 2021

La lista dei vincitori

  • Miglior film: “As Far as I Know” di Nandor Lorincz e Balint Nagy (Ungheria)
  • Miglior documentario: “Newtopia” di Audun Amundsen (Norvegia)
  • Miglior regista: Malou Reyman (“A Perfectly Normal Family”)
  • Miglior attore: Julian Vergov (“German Lessons”)
  • Miglior attrice: Kaya Toft Loholt (“A Perfectly Normal Family”)
  • Audience Award: “Spagat” di Christian Johannes Koch (Svizzera)
  • Menzione Speciale Documentari: “The Magnitude of All Things” di Jennifer Abbott (Canada)

LE SINOSSI E I TRAILER DEI FILM E DEL DOCUMENTARIO VINCITORI E LE BIOGRAFIE DEI REGISTI PREMIATI

Miglior Film – As Far as I Know di Nandor Lorincz e Balint Nagy 
(Ungheria, 2020, drammatico, 123’)

Cast: Gabriella Hámori, Balazas Bodolai

La vita di una coppia deraglia dopo un evento traumatico. Dénes e Nóra sono una coppia di giovani in carriera che lavora nella stessa agenzia di marketing.  Dopo una festa tra amici, litigano sull’autobus e tornano a casa ognuno per conto proprio. Il giorno successivo, Nóra dice a Dénes che è stata violentata per strada da uno sconosciuto. Alcuni giorni dopo Nóra decide di sporgere denuncia, ma le testimonianze dei due sono l'una contro l'altra, ugualmente credibili, ma totalmente opposte. La polizia non può provare che si sia verificata una violenza sessuale, quindi chiude il caso. Dénes inizia a perdere tutta la sua fiducia in Nóra e la vita di coppia entra in crisi, rivelando fratture profonde e inconfessate. 

Miglior Documentario – Newtopia di Audun Amundsen

(Norvegia, 2020, documentario, 88’)

Alla ricerca di un mondo utopico, il viaggiatore norvegese Audun Amundsen trova il senso della vita nella giungla indonesiana.

Il viaggiatore avventuroso e idealista Audun Amundsen è affascinato dallo stile di vita puro e incontaminato degli abitanti della giungla indonesiana. Acquista un biglietto di sola andata e una macchina fotografica per documentare questo modo di vivere arcaico. Nella giungla dell'isola di Mentawai, viene adottato dallo sciamano Aman Paksa e tra i due nasce una profonda amicizia. Amundsen ha seguito Aman Paksa per quasi 15 anni nel suo tormentato percorso verso la modernità. Lo sciamano vive una vita tradizionale, senza soldi, elettricità o strumenti moderni e caccia le scimmie con arco e frecce. Con la sua famiglia vive in una capanna di legno e scambia merci con altre tribù. Il suo passo silenzioso e leggero, i lunghi capelli neri e la pelle color bronzo lo confondono con l’atmosfera della giungla profonda. Un aeroplano che solca il cielo rivela l'avvicinarsi di un mondo moderno sconosciuto e intrigante.

Miglior Regista – Malou Reymann (“A Perfectly Normal Family”)

Nata ad Amsterdam il 27 febbraio 1988, è attrice e regista: “A Perfectly Normal Family” è il primo lungometraggio da lei diretto ed è ispirato alla sua vita. Ha iniziato a recitare fin dall’adolescenza e ricevuto nomination da parte del Danish Academy Award; nel 2009 è stata segnalata dal Danish Critics Award per il suo ruolo nel film di Hella Joof “Hush Little Baby”. Laureata in letteratura all'Università di Copenaghen, nel 2016 ha conseguito il Master in Regia Narrativa alla National Film & TV School di Londra. Il suo cortometraggio “Interruption”, finanziato dal New Danish Screen, è stato selezionato da numerosi festival, tra cui il Festival Cinematografico CPH PIX di Copenaghen dedicato ai talenti emergenti. 
 

Miglior Attore – Julian Vergov (“German Lessons”)

Attore bulgaro, nato il 15 luglio 1970 a Sofia. È conosciuto principalmente per i suoi ruoli in "The Tournament", "Il quarto tipo" e "Fake Identity".
 

Miglior Attrice – Kaya Toft Loholt (“A Perfectly Normal Family”)

Attrice danese nata il 21 dicembre 2007: prima di “A Perfectly Normal Family”, ha recitato nelle serie tv “The Rain” (2018) e “Når støvet har lagt sig” (2020).

Audience Award – Spagat di Christian Johannes Koch

(Svizzera, 2020, drammatico, 110’)
Cast: Rachel Braunschweig, Aleksey Serebryakov, Michael Neuenschwander

La doppia vita di un’insegnante di liceo inizia a sgretolarsi quando emergono certi segreti Marina, un'insegnante sulla quarantina, conduce una vita tranquilla con il marito e la figlia. Ma le apparenze ingannano; lei ha una relazione segreta con Artem, il padre di Ulyana, una delle sue studentesse. Sebbene sia Artem che sua figlia vivano da anni ai margini della loro piccola città, nessuno dei due ha un permesso di soggiorno. Il loro segreto viene a galla il giorno in cui Ulyana viene arrestata per furto. In apparenza si tratta di un piccolo passo falso, che tuttavia provoca gravi conseguenze. Non solo le vite di Artem e Ulyana vengono distrutte, ma viene anche rivelato il coinvolgimento di Marina nella situazione. Stretta tra bugie, lealtà e passione, Marina decide di compiere una scelta radicale.

Menzione Speciale Documentari – The Magnitude of All Things di Jennifer Abbott

(Canada, 2020, documentario, 86’)

Dopo la morte della sorella a causa del cancro, Jennifer Abbot disegna intimi paralleli tra il dolore per la sua perdita e la sofferenza del pianeta. 

In questo viaggio cinematografico, Jennifer Abbott, vincitrice del premio Sundance per la regia con The Corporation, rivela intime relazioni tra le esperienze di dolore, personali e planetarie. Le storie di alcuni luoghi minacciati dalla crisi climatica si fondono con i ricordi d’infanzia della regista nella Georgian Bay dell'Ontario. Cosa hanno in comune queste storie? La risposta, sorprendentemente, è tutto. Il film ci porta in giro per il mondo al cospetto di un pianeta in crisi: dai catastrofici incendi australiani alla Grande Barriera Corallina morente, fino all’isola di Kiribati, condannata a sparire a causa dell'innalzamento del livello del mare. A Nunatsiavut, in Canada, lo scioglimento dei ghiacci altera permanentemente il paesaggio, mentre nella foresta pluviale amazzonica gli indigeni combattono una battaglia disperata contro le compagnie petrolifere e minerarie.

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