Arriva il 21 aprile su Sky Primafila il nuovo film di Andrea De Sica. Protagonisti due ragazzi e il loro amore totalizzante. Azione, thriller e tinte horror per un film ispirato all'omonimo romanzo di Chiara Palazzolo. Nella colonna sonora anche un brano di Chadia Rodriguez
“Una favola nera che racchiude l’urlo di dolore e di passione di tanti adolescenti”.
E’ con queste parole che Andrea De Sica presenta “Non mi uccidere”, il suo secondo lungometraggio. Un film cupo, forte come un pugno allo stomaco e che entra a gamba tesa nel panorama cinematografico italiano, ponendosi come elemento di novità e frattura. Un thriller romantico con una forte connotazione soprannaturale che parla di giovani ai giovani.
Amori assoluti, pieni di speranza, rabbia o disillusione.
Amori che vanno oltre la vita. Letteralmente. Dimentichiamoci però zombie e vampiri. Qui ci troviamo di fronte ai “Sopramorti” (termine inventato dall’autrice del romanzo, Chiara Palazzolo, da cui il film è liberamente ispirato).
I “Sopramorti” tornano in vita: sono giovani morti di morte violenta che si risvegliano grazie alla rabbia. Il film, co-sceneggiato dallo stesso De Sica con Gianni Romoli e il collettivo GRAMS, racconta di Mirta e Robin, del loro amore finito in tragedia che diventa però spunto per il “coming of age”: la morte del vecchio sé per la nascita di un nuovo io.
Protagonisti sono Alice Pagani (già conosciuta in Baby) e Rocco Fasano (conosciuto in Skam). Al loro fianco Silvia Calderoni, Fabrizio Ferracane, Sergio Albelli, Giacomo Ferrara e Anita Caprioli. "Se è vero che il focus è nella storia d’amore tra i due ragazzi", dice il regista, "ci tengo però anche a sottolineare che per la prima volta mi misuro con un film di “action”. Le scene d’azione, che possono avere una vita solo al cinema, sono molto difficili e soprattutto è difficile renderle credibili e spero di esserci riuscito”.
UN THRILLER ROMANTICO
Secondo Andrea De Sica è proprio questa la definizione migliore perché: “Un thriller romantico è un qualcosa che affascina e che ci fa vivere l’illusione straordinaria d’amore dell’adolescenza ma allo stesso tempo ci inquieta perché sentiamo che c’è un mistero. Nel film", conclude il regista, "Mirta deve andare fino in fondo per scoprire davvero chi è Robin. Il film quindi affascina e inquieta allo stesso tempo”.
ALICE PAGANI E ROCCO FASANO
“Mirta parte da un punto molto fragile di non consapevolezza ma sente forte l’impulso di scoprirsi e conoscersi”, dice l’attrice Alice Pagani.
“Deve rompere gli schemi in cui ha vissuto fino adesso sentendosi protetta dalla sua famiglia e finisce in un mondo più pericoloso nel quale impara a costruirsi la sua armatura”.
“Non mi uccidere” si presenta anche come un film a forte connotazione femminile perché la protagonista, come si legge nelle “Note di Regia” è una donna che deve affrontare la vita e i maschi prevaricatori, fino a “sbranarli” metaforicamente e realmente. Una pellicola in cui il tema dell’amarsi fino a morirne gioca un ruolo metaforico per raccontare il momento cruciale di crescita verso l’età adulta come dice lo stesso Rocco Fasano: “Amore e morte sono le pulsioni fondamentali dell’individuo e in Robin sono presenti entrambe. Questo amore bruciante al quale lui si appiglia è la cosa che lo fa andare avanti perché sa che sul fondo di questo amore c’è una realtà che lo ha profondamente deluso”.