Petra, la recensione della seconda storia “Giorno da cani”

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Massimo Vallorani

Su Sky Cinema è andata in onda la seconda storia di "Petra" con protagonista Paola Cortellesi e la regia di Maria Sole Tognazzi. Ecco le prime impressioni della nuova produzione targata Sky Original. Prossimo appuntamento con Petra sarà “Messaggeri dell'oscurità”, in onda lunedì 28 settembre alle 21.15 su Sky Cinema Uno, disponibile anche on demand su Sky e NOW TV

Continua il viaggio di Petra e Antonio

Dopo il primo appuntamento con la storia Riti di morte (qui la recensione), continua il viaggio di Petra Delicato e del suo viceispettore Antonio Monte nell’intrigante mondo del detective story (qui lo speciale). Tralasciate le presentazioni e le doverose introduzioni ai personaggi che avevano caratterizzato buona parte della precedente storia, in questo secondo appuntamento dal titolo “Giorno da cani” (FOTO) si va subito al sodo con il ritrovamento di un corpo di un uomo agonizzante in strada. È l’incipit di una vicenda che catapulta Petra e Antonio nel mondo del commercio illegale. In particolare nell’ambito della compravendita illecita di cani da difesa.

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Petra, il cast della detective story con Paola Cortellesi. FOTO

Cani da combattimento e amori passionali

Un’indagine senza molta fortuna, almeno così appare all'inizio, in cui vengono a mischiarsi omicidi, cani da combattimento, un meticcio di nome Spavento, sordidi commerci, storie passionali che sembrano apparentemente vere ma non lo sono affatto. Una matassa di accadimenti che, come nelle pagine dei romanzi di Alicia Giménez-Bartlett, si dipana sotto i nostri occhi contemporaneamente a quelli dei protagonisti che qui, nello specifico, ci fanno comprendere il loro tipo d’investigazione, assolutamente non speculativa ma affidata all’errore, all’abbaglio, al girare spesso a vuoto. Tutti elementi che il più delle volte li mettono sulla pista giusta, come per fortuna in questa indagine che si conclude con la naturale scoperta del colpevole.

Come un ragno in una teca di vetro

Quello che ci ha colpito in questa seconda storia è la disarmante solitudine in cui sembrano galleggiare i nostri protagonisti. Per Petra essere sola è una priorità assoluta e il bel veterinario Luca (Alessandro Tedeschi) se ne renderà presto conto. All’opposto, Antonio, come un adolescente ai suoi primi amori, si fa coinvolgere in un rapporto ingannevole con Valentina (Alessia Giuliani), un’addestratrice di cani che si rivela essere quella che non è.  Le conseguenze di questo sconquasso emotivo si concludono in un pianto liberatorio di Antonio tra le braccia di Petra in un finale silenzioso e toccante e aggiungeremo raro. Infatti, non in molte serie di taglio investigativo si vede un anziano poliziotto scoppiare in lacrime e sciogliersi tra le braccia di un suo diretto superiore. Segno inequivocabile che non si è voluto tralasciare il lato emotivo e sentimentale dei personaggi che diventano parte integrante della narrazione. Gli autori sembrano dirci che sono uomini e donne come noi, fragili, ancora piene di speranze, che spesso si comportano da duri ma in realtà non lo sono affatto e che soprattutto tentano di uscire da quel climax di amaro imprigionamento fatto di schemi precostituiti, in cui troppo volte siamo vittime. Le immagini finali con la camera che indugia sul ragno di Petra chiuso in una bacheca di vetro, immobile e fermo sembra ispirarci ad una riflessione. Forse, tutti noi siamo come quel ragno. Siamo dentro una scatola e non possiamo uscire. Possiamo soltanto star fermi, e fingersi di essere morti dentro, oppure provare a cambiar pelle. Petra e Antonio, forse, ci spiegheranno a modo loro, come fare. Magari nella prossima storia. 

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