Quando ha presentato il film in anteprima nazionale a Pietrasanta, le immagini avveniristiche di Gravity devono aver creato un contrasto davvero suggestivo con il centro storico della cittadina, cui Cuarón è molto legato.
A intervistarlo durante la presentazione del film è stata una cronista d’eccezione, la bella Kasia Smutniak, notata dal regista messicano grazie a In Treatment. Kasia si guarda bene dal voler fare la regista, ammette ai microfoni di Sky Cine News, ma le piacerebbe molto viaggiare nello spazio.
Chi invece il regista lo fa già, ma ha partecipato a Gravity come attore, è George Clooney. Non solo è stato attirato dalla sceneggiatura e dal nome del regista, ma anche dalla possibilità di poter rubare i segreti del mestiere allo stesso Cuarón (ricordiamo che Clooney ha all’attivo già cinque film da regista).
Dal punto di vista tecnico, infatti, Gravity ha rappresentato una sfida colossale in cui ben pochi avevano fiducia. Ma a incoraggiare il regista messicano ci ha pensato James Cameron, che aveva già dovuto affrontare sfide simili in Avatar.
Sia Avatar che Gravity sono costati un po’ di capelli grigi ai registi, ma il risultato è sotto gli occhi di tutti: Gravity sembra essere puro cinema, e per goderselo al meglio (anche in 3D) non ci resta che andare al cinema a partire da giovedì 3 ottobre.