All’Opera di Roma torna lo Schiaccianoci di Paul Chalmer. Jacopo Tissi: “È pura magia”

È una versione capace di restituire tutta la magia della fiaba. Lo Schiaccianoci firmato da Paul Chalmer, che ha aperto la stagione del balletto del Teatro dell’Opera di Roma e resterà in scena fino al 31 dicembre, è un tuffo in un mondo onirico sapientemente costruito grazie anche alle scene di Andrea Miglio e ai costumi coloratissimi e raffinati di Gianluca Falaschi. Un’atmosfera da sogno a cui aggiungono incanto e meraviglia i due straordinari danzatori protagonisti delle prime recite: Jacopo Tissi, ex stella del Bolshoi oggi Principal dell’Het Nationale Ballet di Amsterdam, e Chloe Misseldine, Principal dancer dell’American Ballet al suo debutto al Costanzi. Per Jacopo Tissi è un ritorno all’Opera di Roma in un ruolo che ha profondamente segnato la sua vita e carriera, come ha raccontato a Sky Tg24. Cosa ti affascina di questo Schiaccianoci firmato da Paul Chalmer? È una coreografia che sicuramente ritrova quella che è la tradizione del balletto nel suo sviluppo, si legge molto bene la trama e ogni cosa riporta proprio alla versione più edulcorata dello Schiaccianoci per farci sentire tutta la sua magia. È uno spettacolo che incanta sia i più piccoli che i più grandi perché va a risvegliare quello spirito infantile che resta sempre con noi anche quando si cresce. Finché non ci si risveglia e si torna grandi, un po’ come Clara nell’ultima scena del balletto… C’è questo limite a volte sottile tra immaginazione e realtà, tra sogno e realtà che è sicuramente un tema molto forte nello Schiaccianoci. E quello che immaginiamo e sogniamo vedendo o vivendo questo balletto in qualche modo resta comunque parte di noi per un po’. È un balletto che ha segnato una parte molto importante nella tua carriera. Proprio al termine di una recita di Schiaccianoci , il 31 dicembre di quattro anni fa, arrivò per te la nomina a sorpresa di étoile del Bolshoi. Nessun italiano c’era mai riuscito nella storia. Oggi cosa rappresenta per te? Lo Schiaccianoci ha accompagnato tutto il mio percorso, sin da piccolo. È stato il primo cd di musica classica che ho avuto, poi ho ballato i bambini al Teatro alla Scala quando ero allievo della Scuola di Ballo dell’Accademia, l’ho danzato anche nel passo d’addio dopo il diploma ed è stato, come ricordavi tu, il ruolo che ha permesso il coronamento di un sogno che sembrava impossibile da realizzare. Quella sera indimenticabile per me è stata la magia nella magia. È un balletto molto importante per me. A proposito della musica di Tchaikovsky che tutti conosciamo, sembra tanto orecchiabile ma ha una grandissima profondità. Quanto è di aiuto in scena? La musica ha una trama molto profonda perché Tchaikovsky la compose in un momento molto fragile per lui, quando stava perdendo sua sorella. Così, quando gli hanno commissionato questo balletto che richiedeva un'atmosfera da fiaba, ha saputo ricrearla al meglio ma si sente che c’è qualcosa che a volte va a piegare le note. È come se ogni tanto entrasse del freddo. Si avverte, ad esempio, nel passo a due finale prima che arrivi la musica più imponente. E alla fine la musica va pian piano a sfumare. Come se fosse un dolce addio. È la prima volta che danzi con Chloe Misseldine, prima ballerina dell’American Ballet Theatre. Come vi siete trovati? È una danzatrice straordinaria pur essendo molto giovane. Ha già una grande consapevolezza della scena. C’eravamo incontrati qualche settimana fa in un Gala ma non avevamo mai danzato insieme. Abbiamo avuto solo due giorni per provare ma è andata benissimo.

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Chiara Ribichini