A Nome loro, a Selinunte musica e testimonianze contro la mafia

Spettacolo
Raffaella Daino

Raffaella Daino

Oltre diecimila persone tra gli antichi templi del parco archeologico per la lunga maratona dedicata alle vittime di mafia a conclusione della settimana di commemorazioni per la strage di Capaci. Tra gli artisti Daniele Silvestri, Arisa, Malika Ayane, La Rappresentante di Lista

Una sola voce si leva all’unisono tra le diecimila presenti, per dire no alla mafia in un territorio da sempre fortemente condizionato dalla presenza dell’ultimo boss stragista rimasto latitante per 30 anni, Matteo Messina Denaro, che qui si nascondeva, sotto molteplici false identità e con la connivenza di un gran numero di fedelissimi, fino a poco prima dell’arresto avvenuto nel gennaio dello scorso anno. L’ultima casa in cui ha vissuto era nella Campobello di Mazara distante meno di 10 km dal luogo scelto per il grande raduno che alla sua seconda edizione, condotta da Francesca Barra, Gino Castaldo e Stefania Renda, ha richiamato oltre diecimila persone.

 

L'evento “A nome loro” era nato all’indomani della cattura del boss da un’idea della direttrice artistica e pianista Sade Mangiaracina, che dopo l'enorme successo della manifestazione dice: “Non ho parole per descrivere l'emozione enorme e la gioia nel vedere dal palco 10000 persone che all'unisono respiravano e cantavano "a nome loro". Una seconda edizione che dalle tre del pomeriggio a mezzanotte non ha avuto un attimo di defaillance; gli artisti, i familiari delle vittime di mafia, i presentatori, i tecnici e noi organizzatori siamo stati avvolti dall'abbraccio della gente, adesso iniziamo a pensare e a lavorare all'edizione 2025.” 

 

Passione, impegno civile, talento musicale, da sempre respirati in casa Mangiaracina. Tra i musicisti che salgono sul palco ci sono anche NicolaAido Mangiaracina che vivono qui a Castelvetrano e con la band degli Asteroidi, riunita per l'occasione, ammaliano il pubblico numeroso già dal pomeriggio avvolgendo il parco archeologico al tramonto con la suggestione del  rock prog anni ’70. E c'è, tra gli organizzatori dell’evento, Dario Mangiaracina, musicista de La Rappresentante di Lista che dice: “Non chiamatelo festival, questo è un presidio culturale che nelle nostre intenzioni deve durare tutto l’anno” . 

 

Per nove ore artisti, musicisti, attivisti, familiari di vittime di mafia si alternano sul gigantesco palco allestito davanti al Tempio di Hera. Suonano Daniele Silvestri, Malika Ayane, Arisa, Levante, La Rappresentante di Lista, Paolo Fresu, Gianluca Petrella, Bonnot, Raiz, Simona Molinari, Modena City Ramblers insieme al Coro Do Re Mi composto dai bambini della scuola “Giuseppe Di Matteo” di Castelvetrano, Mauro Ermanno Giovanardi dei La Crus, Cristiano Godano dei Marlene Kuntz, Shorty, Giuseppe Anastasi, Andrea Satta dei Têtes de Bois, Franca Masu, Silvia Mezzanotte e Mario Lavezzi, Raiz.

 

Ad accompagnarli due resident band. La prima composta da Sade Mangiaracina al piano, Marco Bardoscia al basso, Gianluca Brugnano alla batteria e Osvaldo Lo Iacono alla chitarra. La seconda da Riccardo Russo al piano e alle chitarre, Salvatore Maltana al basso e Valter Sacripanti alla batteria.

 

Il palco di "A nome loro" tra i templi di Selinunte

Musica e testimonianze contro la mafia

 

Il pubblico ascolta con la stessa attenzione ogni momento della lunga maratona, le canzoni come le testimonianze degli attivisti e dei familiari delle vittime.

Le esperienze dei rappresentanti di Libera, Addio Pizzo e MuST23, il nuovo museo multimediale appena inaugurato a Capaci, le voci di Emilia e Salvatore Catalano, fratello di Agostino Catalano, il caposcorta del giudice Paolo Borsellino, morto nella strage del 19 luglio 1992 e poi il racconto di Giovanni Montinaro, figlio dell’agente di scorta rimasto ucciso nella strage di Capaci del 23 maggio ’92, che dice: " vorrei che mio padre vedesse voi, diecimila persone qui per dire no alla mafia; capirebbe che le cose in questa terra possono cambiare".

 

E nel più assoluto silenzio i diecimila di Selinunte ascoltano la storia di Giuseppe Cimarosa, il parente ribelle di Messina Denaro, rimasto a Castelvetrano a coltivare la sua passione per i cavalli nel maneggio di famiglia che dice: "Non posso andarmene da Castelvetrano, altrimenti vorrebbe dire darla vinta a quelli che avrebbero voluto farmi saltare in aria. Anzi, sono loro che se ne devono andare". E poi il giornalista Lirio Abbate,  l'attrice  Dajana Roncione che legge le parole scritte da Felicia Impastato e Luigi Lo Cascio che interpreta Oltre che la poesia Littra a ‘na mamma tedesca di Ignazio Buttitta. 

 

Combattere ciò che è brutto e diffondere la bellezza, è il messaggio che arriva dal palco e che il pubblico abbraccia consapevole che - come diceva Paolo Borsellino -la lotta alla mafia deve essere innanzitutto un movimento culturale che abitui tutti a sentire la bellezza del fresco profumo della libertà che si oppone al puzzo del compromesso morale, dell’indifferenza, della contiguità e quindi della complicità”.

 

Per aver dato vita ad un evento che resterà nel cuore di tutti quelli che lo hanno vissuto, con la motivazione: ”per l’altissimo valore civile e culturale dell’ evento-concerto organizzato nei luoghi per troppo tempo asfissiati dal dominio mafioso di Matteo Messina Denaro” l'omonima associazione "A nome loro" il 9 maggio ha ricevuto il premio Peppino Impastato 2024.

 

Tempio di Selinunte

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