Il secondo film da solista, a breve in sala, e un nuovo progetto con il trio. Ma anche gli inizi, la Sicilia, l'amore della gente e la gratitudine nei confronti del pubblico e della vita. Aldo Baglio si racconta al vicedirettore di Sky Tg24 Omar Schillaci nella nuova puntata del ciclo di interviste dedicate ai protagonisti dello spettacolo
È Aldo Baglio il protagonista della nuova puntata di “Stories”, il ciclo di interviste dedicate ai principali interpreti dello spettacolo di Sky TG24. Ospite del vicedirettore della testata Omar Schillaci, con la regia di Francesco Venuto, l’attore si racconta in “L’irreprensibile Aldo”, in onda venerdì 1 luglio alle 21 su Sky TG24, sabato 2 luglio alle 13.30 su Sky Arte e sempre disponibile On Demand. Un viaggio virtuale nelle fasi più salienti della sua carriera che inevitabilmente si intrecciano a episodi di vita personale.
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Una boccata d’aria, Aldo in un film senza Giovanni e Giacomo: trailer
Del suo secondo film da solista “Una boccata d’aria” per la regia di Alessio Lauria con Lucia Ocone, Giovanni Calcagno, Ludovica Martino e Davide Calgaro, in uscita nelle sale giovedì 7 luglio l'attore siciliano dice di esserne “molto contento. Il film racconta di un uomo tormentato dai debiti e un po’ autoritario che - dovendo tornare nella sua Sicilia - troverà sé stesso e troverà anche qualcosa che non aveva mai avuto prima. Vi assicuro - ironizza - che la commedia fa anche ridere" e annuncia di essere alle prese con il nuovo progetto insieme a Giovanni e Giacomo (“Siamo già sul set per un nuovo film molto divertente”).
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La chiacchierata si snoda ricordando in particolare gli inizi incerti (“Ero giovane quando sono entrato a lavorare alla Sip era un posto parastatale. Quando l’ho lasciato per fare questo lavoro i miei genitori hanno detto: “Tu sei pazzo! Il posto fisso!” Non è che mi sia giocato tutto, diciamo che lì non sentivo la passione, non avevo un trasporto particolare. Quindi mi sono detto: potrei vivere la mia vita anche così però prima vorrei fare un po’ di esperienze diverse”), passando per il provino che gli ha confermato che stava facendo la scelta giusta (“Il provino più redditizio l’ho avuto al teatro della Scala. Lì sono cominciati ad entrare i primi soldi: io e Giovanni eravamo abbastanza bravi anche perché nasciamo mimi e un po’ clown. E’ stato il momento in cui i problemi economici erano un po’ risolti. Forse è il provino che mi ha salvato dal dire “vado a fare un altro lavoro perché qui non si mangia”), il periodo a Mai dire gol con la Gialappa’s (“con loro c’era molta libertà” creativa), all’ideazione dei personaggi storici come Rezzonico, Rolando e il cult Ajeje Brazof (“Che diventasse un nome così popolare ci ha un po’ sorpreso”), al primo incontro con Giovanni Storti (“L’ho conosciuto che eravamo quindicenni, siamo stati sempre assieme, in qualche modo l’ho sempre considerato un fratello maggiore”) e Giacomo Poretti (“Era capo animatore in un villaggio turistico dove con Giovanni facevamo spettacolini, la nostra amicizia è iniziata lì”).
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Inevitabile nell'excursus tornare sui primissimi successi cinematografici con “Tre uomini e una gamba” (“Siamo partiti con 50 copie poi gli esercenti ne hanno richieste altre e ci siamo ritrovati che ci siamo detti “Boh, ragazzi, stiamo incassando tantissimo”. E andavamo nei cinema, nel secondo tempo, per sentire cosa ne pensasse la gente ed era fantastico. Ogni 10 secondi c’era una risata. Per noi era pura magia”) e “Chiedimi se sono felice” (“Io preferisco “Tre uomini e una gamba” per una questione di affetto e per quello che mi ha dato in quel momento. Poi chiaramente se mi si chiede il film più bello credo che sia “Chiedimi se sono felice”).
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E poi la Sicilia, le proprie radici (“E’ il posto dell’infanzia, il posto dove ho dei ricordi bellissimi forse i più belli della mia vita perché finivamo la scuola e andavamo lì in vacanza, era il Paradiso per me”) e l’accento siciliano (essendo vissuto a Milano “ho dovuto un po’ recuperarlo. All’inizio non mi veniva proprio, era un fiasco tremendo. Poi ho iniziato a giocarci, è iniziato a piacermi e l’ho tenuto per sempre”). E poi l’incredibile amore della gente e la gratitudine nei confronti del pubblico e della vita.