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Scala, un nuovo Rigoletto firmato Martone con richiami a Parasite. Sul podio Michele Gamba

Spettacolo

Chiara Ribichini

Foto: Brescia-Amisano

Dopo 28 anni dall’ultima produzione, al Piermarini una nuova versione del capolavoro di Verdi. Un’ambientazione contemporanea, curata da Margherita Palli, ispirata al film di Bong Joon per raccontare la denuncia sociale presente nelle pagine del compositore. Nei ruoli dei protagonisti Amartuvshin Enkhbat e Nadine Sierra. In scena fino all’11 luglio

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Una versione tagliente e contemporanea che sa restituire l’intransigenza di Verdi. Quel Verdi che non fa sconti a nessuno. Dopo 28 anni dall’ultima produzione, il Teatro alla Scala porta in scena un nuovo Rigoletto, da stasera fino all’11 luglio, firmato da Mario Martone, regista diventato ormai un punto di riferimento per la cultura teatrale e cinematografica, e dal Maestro Michele Gamba, tra i nuovi direttori italiani più apprezzati all’estero. A vestire i panni del protagonista Amartuvshin Enkhbat mentre Nadine Sierra è Gilda e Piero Pretti il Duca. Una nuova produzione attesissima, tanto che lo stesso regista ha raccontato: “Ero alla presentazione del film Nostalgia all’Anteo di Milano con Pierfrancesco Favino (il suo ultimo film che è stato in concorso a Cannes, ndr), alla fine è venuta a parlarmi una persona gentile. Mi Ha guardato e col dito puntato mi ha detto: “Mi raccomando Rigoletto!”.

La denuncia sociale di Verdi

Su Verdi Martone sottolinea: “Che fosse un grande artista politico come si può dire di Sofocle o di Eschilo è risaputo. Ma non è solo l’aspetto risorgimentale, c’era anche in lui un’insofferenza alle ingiustizie sociali di qualunque tipo. C’era un sentimento e un pathos. Bisogna leggerlo in questo senso per dare a Verdi quel che è di Verdi. Aveva una posizione che voleva essere una posizione politicamente forte”. E su Rigoletto: “La censura ha torturato Verdi, soprattutto per quest’opera. La prima cosa che non ha potuto fare è stato quello di mettere in scena un re come nel testo di Victor Hugo. Quindi scelse una corte e questo in chiave contemporanea ci aiuta”.

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Una lettura vicina al testo di Verdi

 

Un lavoro, quello di Martone, portato avanti in stretto contatto con il direttore d'orchestra. “Ho cercato di essere il più presente possibile alle prove di regia perché l’intenzione musicale deve andare di pari passo con quella registica e drammaturgica – sottolinea il Maestro Michele Gamba - La tinta è cupa, scura, inquietante, a parte il preludio che è tra l'altro tra i più complessi in assoluto. Si tratta di un’opera che agisce per sottrazione”. E aggiunge: “Puntiamo a un’esecuzione asciutta e secca, non melodrammatica. Vogliamo dare una lettura che sia il più possibile aderente al testo scritto senza dimenticare completamente la tradizione. Abbiamo fatto un grande lavoro per cercare di rendere un’opera viva e non un qualcosa da ammirare passivamente”.

due mondi divisi, come in Parasite

 

L’allestimento è ispirato al film Parasite. “Su indicazione di Mario Martone siamo partiti da Parasite, il film di Bong Joon, e dalla Porta proibita di Orson Welles – spiega Margherita Palli che ha curato la scenografia - Spero che si capisca che ci sono dei signori che abitano in un palazzo dove dietro c’è una cantina, un luogo putrido che sta sotto. Proprio come nel film c’è una divisione netta tra il mondo del Duca e il mondo dei reietti. Due mondi collegati da una porta dorata da un lato e di legno scuro dall'altro". Contribuiscono al tutto i costumi di Ursula Patzak e le luci di Pasquale Mari.

Il cast 

 

Nel ruolo del protagonista il baritono Amartuvshin Enkhbat. “E’ il mio 60esimo Rigoletto, è il mio ruolo preferito. Ho debuttato in Mongolia 10 anni fa e sono molto emozionato di cantare in questa nuova produzione con dei colleghi bravissimi” osserva. Nadine Sierra, che è Gilda, sottolinea quanto la regia di Martone riesca a dare rilevanza allo sviluppo psicologico dei singoli personaggi: “Sa andare nel dettaglio e mostrare come specifici personaggi vengano influenzati da quello che accade nel corso dell’opera”. Completano il cast il basso Gianluca Buratto (Sparafucile), il mezzosoprano Marina Viotti (Maddalena) e Fabrizio Beggi (Monterone).