In Evidenza
altre sezioni
Altro

Per continuare la fruizione del contenuto ruota il dispositivo in posizione verticale

Miramax fa causa a Quentin Tarantino per la messa all’asta degli NFT di Pulp Fiction

Spettacolo

Camilla Sernagiotto

©Getty

La casa di produzione americana ha intentato un'azione legale contro il regista perché quest'ultimo ha messo all’incanto sette token crittografici di scene tagliate della pellicola. La causa è per violazione del copyright, dato che Miramax sostiene di avere i diritti di tutto ciò che riguarda Pulp Fiction, non-fungible token compresi. Ma al tempo della stipulazione del contratto tra regista e la società allora di Weinstein gli NFT non esistevano ancora

Condividi:

La Miramax contro Quentin Tarantino. Potrebbe sembrare il titolo di un film dello stesso Tarantino, un western cinematografico (letteralmente) con duello tra casa di produzione e regista diretto alla sua maniera. E invece è la realtà.

La casa di produzione e distribuzione statunitense si è mossa contro il regista con cui ha collaborato a più riprese, producendo svariati suoi capolavori. Il motivo? Perché Tarantino ha messo all’asta sette NFT riguardanti Pulp Fiction, la pellicola del 1994 prodotta dalla casa di produzione cinematografica fondata nel 1979 dai fratelli Bob e Harvey Weinstein. Non un film qualsiasi bensì il primo film marcato Miramax a diventare un blockbuster.

Miramax oggi è di proprietà di BeIN Media Group e ViacomCBS e sostiene di avere i diritti di tutto ciò che riguarda Pulp Fiction, non-fungible token compresi. Benché all'epoca della stipulazione del contratto, all'inizio degli anni Novanta, gli NFT non esistessero ancora.

Il regista che ha diretto l’opera cult nel 1994 ha messo all’incanto i token realizzati dal blockchain Secret Network all’inizio di novembre 2021. Token crittografati che hanno subito fatto gola ai cinefili di tutto il mondo, dato che si tratterebbe di sette scene mai viste prima d'ora.

L'asta

Gli NFT sono stati messi all’asta sul marketplace specializzato OpenSea.

Ciascuno dei token è caratterizzato da un contenuto “segreto”, tra cui alcuni commenti audio di Tarantino e i primi script della pellicola, scritti a mano libera dall’autore stesso. Hanno prezzi di partenza che vanno dai 5 ai 10 Ethereum, ossia 22.400 e 44.800 dollari circa. Teoricamente l'asta sarebbe dovuta essere attiva fino al 10 novembre scorso, data ultima oltre la quale non ci si sarebbe più potuto accaparrare uno dei ghiottissimi NFT di Quentin, tuttavia la notizia della denuncia di Miramax parlerebbe dell'intenzione di Tarantino di metterli all'asta. Di certo fino a pochi giorni fa gli NFT erano ancora disponibili alla vendita sul marketplace specializzato sopracitato, mentre adesso al link della pagina personale intitolata al regista compare l'errore 404, quello do pagina non trovata (potete accedere al link qui).

Tuttavia Tarantino ha fatto sapere di non voler rinunciare alla vendita, come riporta il sito americano TMZ, anche se dovrà rispondere all’azione legale intentata da Miramax, che chiede il risarcimento e lo stop dell’asta.

"La condotta di Quentin Tarantino ha costretto la Miramax a intentare questa causa contro un prezioso collaboratore al fine di far rispettare, preservare e proteggere i suoi diritti contrattuali e di proprietà intellettuale relativi a una delle proprietà cinematografiche più iconiche e preziose di Miramax", ha scritto la società di produzione nei documenti legali depositati, come riporta The Hollywood Reporter.

“Se lasciata incontrollata, la condotta di Tarantino potrebbe indurre altri a credere che Miramax sia coinvolta nella sua impresa. E potrebbe anche indurre in errore gli altri a credere di avere i diritti per perseguire accordi oppure offerte simili, quando in realtà Miramax detiene i diritti necessari per sviluppare, commercializzare e vendere NFT relativi alla sua vasta libreria di film”, continuano i portavoce di Miramax.

approfondimento

Pulp Fiction, Tarantino mette all’asta gli NFT di sette scene inedite

Gli NFT “incriminati”

Questa “Tarantino NFT Collection" lanciata su OpenSea in collaborazione con SCRT Labs e Secret Network si arricchisce di contenuti “segreti”, inaugurando una nuova e più appetibile tipologia di token crittografici che incorporano una specie di “easter egg” al proprio interno.


Gli NFT disponibili sul sito dell’asta hanno una parte che risulta pubblicamente visibile ma anche un contenuto altro nascosto, che può vedere soltanto chi si aggiudica l’asta. Tra i "contenuti-sorpresa", ci sarebbero anche parti inedite della sceneggiatura, come annunciato da Tarantino stesso.

approfondimento

Quentin Tarantino spiega perché si deve ancora andare al cinema

Tarantino detiene alcuni diritti sul film

Pare che Quentin Tarantino detenga alcuni diritti di Pulp Fiction, ad esempio quelli dell’album della colonna sonora, dell’editoria musicale, delle performance live, poi della pubblicazione cartacea, dei media interattivi, oltre ai diritti di eventuali sequel, remake, reboot teatrali, cinematografici e televisivi, nonché quelli di serie televisive e spin-off.

Per quanto riguarda la pubblicazione cartacea, dovrebbero essere inclusi anche la pubblicazione delle sceneggiature, di fumetti o romanzi sia in formato cartaceo sia audio sia elettronico, ma sapremo con certezza se la sua messa all’asta degli NFT ha violato o meno il contratto con Miramax aspettando di conoscere l’evoluzione dell'iter legale.

 

Intanto però, in risposta alla diffida di Miramax, l'avvocato di Quentin Tarantino ha dichiarato che il suo assistito avrebbe agito nell'ambito dei suoi "Diritti riservati", ossia in base al diritto alla "pubblicazione della sceneggiatura".

approfondimento

Quentin Tarantino svela i suoi libri preferiti

Ma ai tempi del contratto gli NFT non esistevano

La problematica a livello legale potrebbe riguardare il fatto che negli anni ’90, decennio all'inizio del quale Pulp Fiction è stato prodotto, gli NFT non erano ancora qualcosa a cui nessuno dell’industria cinematografica stesse pensando, tantomeno come business. In pratica non esistevano. Per questo motivo capire bene quali siano i diritti riservati per ciò che riguarda i media interattivi e le sceneggiature diventa necessario. Ma forse non sarà un'impresa facilissima, chissà.

 

Di certo questa causa aprirà nuovi scenari al mercato degli NFT, nonché al mercato cinematografico.
L'interesse delle case di produzione è ai massimi livelli, dato che i token non fungibili permetterebbero loro di realizzare ancora degli utili da film che oggi come oggi non fanno più guadagnare molto, non essendo più novità.

I legali di Miramax affermerebbero inoltre che la casa di produzione sarebbe al lavoro da un po’ di tempo per cercare di sfruttare i propri titoli cinematografici sul mercato degli NFT. Avrebbero inviato una lettera di diffida a Tarantino affinché questo non agisse da solo, come se Pulp Fiction fosse soltanto qualcosa di sua proprietà insomma.

Il contratto di collaborazione tra i due, secondo quanto affermano gli avvocati della casa di produzione, vincolerebbero anche gli NFT, che però al tempo della firma di tale contratto ancora non esistevano…
Eppure, secondo il loro parere, ogni prodotto legato al film - pure i commenti audio che il regista avrebbe realizzato per accompagnare le scene mai viste della pellicola - sarebbero di proprietà di Miramax.

approfondimento

Frank Miller ha venduto un NFT di Sin City a 840.000 dollari