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Valeria Solarino, il monologo sull'identità di genere: “Sono maschio e sono femmina"

Spettacolo
©Getty

Tema speciale dell'undicesima edizione del WeWorld Festival sono stati gli stereotipi, di genere e non solo. L'attrice Valeria Solarino ha chiuso la tre giorni di dibattiti ed eventi con un intenso monologo scritto da Giovanni Veronesi 

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L'attrice Valeria Solarino (I SUOI MIGLIORI FILM) ha interpretato un emozionante monologo sull’identità di genere e lo ha fatto in chiusura dell’undicesima edizione del “WeWorld Festival”. Un Festival (organizzato da WeWorld, ONG italiana che difende i diritti di donne, bambini e bambine in 27 Paesi), dedicato quest'anno non solo all' empowerment femminile, alla condizione delle donne in Italia e nel mondo dopo la pandemia, ma a tutti gli stereotipi, di ieri e di oggi. Da quelli strettamente legati all'aspetto fisico e al bodyshaming di stringente attualità, a quelli sulle donne e nello specifico sulla maternità fino ad arrivare al delicato tema della violenza di genere. Dopo una tre giorni di talk, dibattiti, performance e mostre, a chiudere l'evento è stata l'attrice nata in Venezuela da padre siciliano e mamma torinese, straordinario talento del cinema italiano.

 

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il monologo di Valeria Solarino 

L’attrice che vedremo prossimamente a teatro con il nuovo spettacolo “Gerico Innocenza Rosa”, inizia il suo monologo  sottolineando che il testo non ha un titolo, "datelo voi", queste le sue parole: “Sono maschio e sono femmina, sono uomo e sono donna. Sono tutto, sono io. A mia immagine e somiglianza, sono fatta di sangue, vene, budella e carne. Sono l’ultimo dei moicani e il penultimo in alto a destra, sono una partigiana, una staffetta, sono in guerra anch’io col mondo solo che al posto del fucile, vado in bicicletta. E porto un sacco pieno di notizie nuove, sono donna io e sono uomo, e lo sa Dio. Ebbene allora, che volete da me? Sono due in uno anzi, uno in due. Un essere umano solo in due persone complete e felici. Sono tutto, sono Dio”. Il testo è stato scritto da Giovanni Veronesi ed è un chiaro invito a "essere ciò che si è", nella libertà più totale e intima che ciascun essere umano ha il diritto di esercitare.

 

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