Il boom della radiovisione: la guardano 19 milioni di italiani

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Il maggior tempo passato in casa e le nuove abitudini portano a un altro trionfo della cara vecchia radio, ascoltata anche su pc e smartphone e sempre più "cross-mediale". Lo dimostra una ricerca del Censis

Sarà il periodo, ormai lungo un anno, che ha aumentato in modo vertiginoso il numero di ore trascorse tra le mura domestiche, sarà l'eterno fascino dello strumento, sarà la voglia e la necessità crescente di sentirsi sempre collegati con il mondo intorno a noi, ma il 2020-2021 ha visto affermarsi in Italia un nuovo medium a metà tra la tradizione e l'innovazione: la radiovisione.

La radiovisione

 

Secondo una ricerca del Censis, sono 19 milioni gli italiani che seguono programmi radiofonici in formato video, attraverso lo schermo della tv (il mezzo più usato, da circa 11 milioni di persone), del pc o dello smartphone. Negli ultimi dodici mesi il numero è cresciuto dell'8% e si sposa con l'eterno successo della radio, ascoltata più o meno fedelmente da oltre 41 milioni di italiani, due terzi dei quali la seguono anche attraverso le nuove tecnologie: la dimostrazione che la radio è riuscita a rigenerarsi nel tempo, grazie all'ibridazione con gli altri media e all'intuizione dei nuovi stili di vita degli italiani. Non perdono colpi nemmeno l'interazione e la fruizione on demand dei contenuti radiofonici: tra chi segue le dirette, il 20% invia messaggi sms o WhatsApp oppure e-mail durante le trasmissioni, il 10% telefona in diretta, il 18,5% segue programmi su YouTube e il 12% scarica i podcast.

 

La Crossmedialità della radio

 

Durante il primo lockdown il 30,5% degli italiani si è informato almeno una volta al giorno sulla pandemia e sulle regole da rispettare attraverso la programmazione radiofonica, e nelle lunghe settimane di forzata reclusione casalinga il 30% dei radioascoltatori ha dedicato più tempo all’ascolto in casa rispetto al periodo pre-Covid. Un'innovazione di cui gli ascoltatori sono perfettamente consapevoli, come dimostrano le percentuali di gradimento non di un programma ma dell'intero momento della radiofonia italiana, probabilmente le più interessanti: l’85% degli italiani dà un giudizio positivo della crossmedialità del mezzo radiofonico, percentuale che naturalmente sale tra i millennial (95,5%), gli imprenditori e i liberi professionisti (95%) e gli studenti (92%). E la cara vecchia radio si conferma ancora una volta un mezzo di comunicazione assai più longevo e attrezzato per il futuro rispetto a molti altri.

 

Questi sono i principali risultati della ricerca del Censis «La transizione verso la radiovisione», che è stata presentata da Massimiliano Valerii, Direttore Generale del Censis, e Anna Italia del Censis, e discussa da Roberto Arditti, Davide Giacalone, Emilio Carelli e Maurizio Gasparri. 

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