Fondatore del magazine "Hustler", contribuì a rivoluzionare i costumi sessuali dell'America e ingaggiò aspre battaglie legali per la libertà di stampa. La sua storia fu raccontata in un film di Milos Forman del 1996
È scomparso nella notte italiana uno dei personaggi più controversi e rappresentativi di una certa America, eccessiva, sopra le righe, orgogliosa della propria natura di self-made-man, pronta a difendere le proprie idee fino alle estreme conseguenze. Tutto questo era Larry Flynt, uno dei re della stampa pornografica made in USA, scomparso a 78 anni a Los Angeles per un arresto cardiaco.
La storia di Larry Flynt s'intreccia naturalmente con quella dello spettacolo americano e riguarda soprattutto l'eterno dibattito su ciò che è pubblicabile (o filmabile) e ciò che non lo è. Flynt scommise sulla prima ipotesi lanciando all'inizio degli anni Settanta la rivista Hustler, terza in ordine di apparizione dopo le più famose e patinate Playboy e Penthouse, a cui si contrapponeva per essere ancora più spinta ed eccessiva nelle scelte editoriali.
La cosa gli causò denunce e processi in tutto il Paese, affrontati con uno spirito dissacrante e atteggiamenti per nulla di basso profilo, come quando nel 1983 si presentò in aula con una bandiera americana indossata a mo' di pannolino, procurandosi un'ulteriore condanna a sei mesi per vilipendio. Cause condotte in punta di diritto assieme ai suoi avvocati Alan Isaacman e Gene Reeves Jr., appellandosi all'inviolabile Primo Emendamento che separa la legge dalla morale religiosa e difende la libertà di parola e di stampa.
Il successo clamoroso di Hustler, con scoop passati alla storia dell'editoria USA (nel 1975 acquistò a 18 mila dollari e pubblicò le foto dell'ex first lady Jacqueline Kennedy che prendeva il sole nuda in villeggiatura), gli provocò antipatie e grattacapi di varia natura, tra i quali il più drammatico e doloroso fu sicuramente l'attentato subito il 6 marzo 1978: all'esterno del Tribunale della Contea di Lanceville in Georgia fu raggiunto all'addome e alla spina dorsale da colpi di arma da fuoco esplosi dal neonazista Joseph Paul Franklin, ex membro del Ku Klux Klan, mai incriminato e condannato nonostante fosse reo confesso (fu comunque condannato a morte nel 2013 per altri omicidi). L'attentato costrinse Flynt a passare il resto dei suoi giorni su una sedia a rotelle, sviluppando anche una dipendenza da antidolorifici assunti per lenire i dolori a volte insopportabili.
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Questa storia è raccontata in una pellicola del 1996, diretto da Milos Forman e co-prodotto da Oliver Stone, due dei maggiori spiriti liberi di Hollywood. Larry Flynt – Oltre lo scandalo (il cui titolo originale, più significativo, è The People vs. Larry Flynt) è tra le altre cose il miglior film di Woody Harrelson, che per la sua interpretazione di Flynt ricevette anche una nomination agli Oscar. Del cast fanno parte un giovane Edward Norton, con un personaggio che riassume i due avvocati Isaacman e Reeves, e Courtney Love nel ruolo della quarta moglie di Flynt, Althea, che gli fu vicina dal 1976 al 1987, anno della sua morte per AIDS. Ma nel film recitava divertito anche lo stesso Flynt, nella parte di uno dei tanti giudici incontrati dal vero Flynt.
Il film affronta in particolare il caso Hustler Magazine vs. Jerry Falwell: quest'ultimo era un reverendo e tele-predicatore che denunciò Flynt per una parodia, ritenuta offensiva, in cui si insinuava che avesse perso la verginità ad opera della madre. La sentenza della Corte Suprema favorevole a Flynt fece epoca e giurisprudenza, stabilendo che un personaggio di rilevanza pubblica non potesse ritenersi emotivamente danneggiato da una parodia. Comunque la pensiate – Flynt non era certo un uomo privo di zone d'ombra – vi consigliamo di recuperare Larry Flynt anche perché è un gran bel film, premiato con l'Orso d'Oro a Berlino e due Golden Globe per la regia e la sceneggiatura.