Fino al 30 agosto, tornano al Teatro di Segesta le Dionisiache, rassegna teatrale di fama internazionale, che vede anche quest’anno la direzione artistica di Nicasio Anzelmo
Gli spettacoli al Teatro di Segesta, iniziati dal lontano 1967, sono realizzati anche quest’anno dal Parco archeologico di Segesta, grazie alla recente autonomia, e coinvolgeranno, oltre al Teatro Antico di Segesta, gli altri Comuni di cui il Parco gestisce i siti archeologici, quali Salemi, Calatafimi Segesta, Contessa Entellina, Poggioreale e Custonaci che, grazie alla novità del Festival diffuso, verranno contaminati dall’energia vitale della cultura. Tema della sesta edizione è “Donne e Dee”: più che negli anni passati, infatti, il Festival si rapporta con il mito lungo la principale linea tematica delle eroine femminili, con approfondimenti specifici legati al contemporaneo e ai cambiamenti della società.
"Il cartellone di questa edizione delle Dionisiache è un omaggio alla vita e alle donne generatrici di vita - dichiara Alberto Samonà, assessore regionale dei Beni Culturali e dell’Identità Siciliana - Donne e Dee sono custodi di una promessa di eternità, speranza dell’eterna rinascita. Le donne incarnano la resilienza, quella volontà caparbia di costruire e far nascere la vita laddove è silenzio. Le donne al tempo del Covid hanno curato, retto famiglie, costruito speranze, realizzato focolare. Con la loro poliedricità e la loro tenacia ci hanno aiutato ad affrontare una fase tra le più critiche della nostra storia contemporanea. Le Dionisiache - continua l’assessore Samonà - sono una conferma della volontà di puntare alla ripresa, a partire dalla valorizzazione della storia e della bellezza della nostra terra; una ripresa fortemente voluta dal governo Musumeci che proprio sulla cultura ha fatto un vero e proprio investimento in termini di aspettativa di ripresa. Alle donne, mamme, sorelle, nonne, alle dottoresse in prima linea nei giorni drammatici dell'emergenza coronavirus, alle infermiere, a quelle donne che sostengono con le loro braccia il mondo, il mio personale grazie".
Al centro di questa edizione, dunque, le eroine del mito. Dalla bellezza di Elena all’efferatezza di Medea, dalla sete di giustizia di Lysistrata alle più moderne Maria e Francesca, protagoniste rispettivamente di Storia di una capinera e Sciara prima c’agghiorna. Donne infelici, atroci, ingiustamente colpevoli e offese, ma anche dee che sanno osare, oltre ogni limite e ogni sopruso.
"Il mito è sempre stata la nostra linea guida e con esso noi oggi continuiamo a confrontarci - dichiara Nicasio Anzelmo, direttore artistico della manifestazione per il sesto anno consecutivo - Questo Festival forse ha la presunzione di distribuire pillole di speranza per una ripresa culturale necessaria alla nostra anima. Nella dimensione del mito le donne incarnano il desiderio inafferrabile o l’inquietudine del mostruoso, la complessità del loro essere e le motivazioni del loro agire restano sempre nella sfera del misterioso su cui il teatro di oggi, come quello di un tempo, non smette di interrogarsi".
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