Da giugno a settembre il Piccolissimo Teatro di Milano sale sulle tre ruote e viaggia nelle piazze, nei cortili, nei parchi, nei chiostri e per le strade della città.
L’avventura milanese di Giacomo Poretti, Luca Doninelli e Gabriele Allevi al Teatro Oscar prende il via lo scorso anno ai primi di ottobre, praticamente quando un certo virus si stava accasando nelle prime vie aeree di qualche cinese.
L’avvio della stagione è stato entusiasmante, con diverse serate di tutto esaurito, praticamente nello stesso periodo che gli ospedali di Wuhan facevano sold out.
Ai primi di febbraio la stagione 2020/2021 era nel pieno della programmazione quando quel virus cominciava a essere affascinato dell’apparato respiratorio dei lombardi.
I TEATRI CHIUDONO PER IL LOCKDOWN
A fine febbraio il Teatro Oscar è stato chiuso, assieme a tutti i teatri del nostro Paese, la stessa sorte che hanno subìto i teatri di mezza Europa e di mezzo mondo.
Durante e dopo questi fatti, tante sono state le domande, altrettante le risposte. Una la percezione: la necessità. Il teatro è necessario.
Necessario come una birretta davanti a un tramonto d’estate da bersi con la fidanzata, o con gli amici dopo una partita di calcetto.
È necessario come il divano dopo una giornata passata a imbiancare la cucina, o come lo sguardo benevolo di un amico appena gli hai raccontato che hai combinato una cavolata.
IL TEATRO È NECESSARIO PERCHÉ CI FA INCANTARE
Il teatro è necessario perché sentire raccontare stori per noi uomni e donne è come respirare. Il teatro è necessario perché tutti sappiamo che ogni giorno, ogni istante dentro la nostra testa si affollano svariati personaggi che recitano lo stesso copione da anni.
Proprio per questo abbiamo bisogno del teatro, per dimostraci che non siamo pazzi, che tutti abbiamo nella testa quei personaggi, e che a volte può capitare che alcuni di loro li vediamo rappresentati da Pirandello o Shakespeare lì, su un palcoscenico, magari di qualche teatro milanese.
Il teatro è necessario perché ci fa incantare, perché è un gioco meraviglioso, il teatro è necessario perché tutti abbiamo desiderato di salire su quel palco almeno una volta nella vita: perché tutti vorremmo giocare a quel gioco serissimo e lievissimo che è il teatro. Perché, forse, più che gli affari a tutti quanti noi interessa il gioco. Perché il gioco è necessario. Perché noi siamo convinti che la vita sia un gioco bellissimo.
Proprio sull’onda di questo entusiasmo nasce il nuovo progetto proposto da deSidera al Teatro Oscar. Un piccolo, anzi piccolissimo teatro, su tre ruote. Su un Apecar per portare la proposta del Teatro Oscar in tutta la città di Milano.
Il Teatro ritorna nomade, come fu all'inizio di questa arte vecchia come l'Uomo: l'arte di guardarsi, di riconoscersi, talora provando orrore, altre volte ricevendo una inaspettata consolazione.
Fin dalla sua nascita, uno solo è stato l'obiettivo del Teatro: dirci chi siamo. E se le sale teatrali chiudono tocca alla gente di teatro, andare per la città, per incontrare l’amato pubblico, e parlare con lui.
UN PICCOLO PALCOSCENICO PER STRADA
Il Teatro Oscar deSidera si mette in strada con il palcoscenico più piccolo del mondo: un'Apecar, l'umile (ma anche mitica) treruote che da oltre mezzo secolo porta gelati, merci e lavoro per la città. Con tutta la vita che è passata sopra il cassone dell'Ape, nulla sembrava più adatto per trasportare la merce che il Teatro può offrire a tutti: i propri volti, le proprie storie, le proprie parole, che sono insieme sogno e realtà, emozione e pensiero, corpo e anima.