L’omaggio dell’Opéra di Parigi a chi è in prima linea contro il coronavirus, la sbarra “homemade” dei danzatori della Scala, il Lago dei cigni in quarantena dell’American Ballet, il Don Chisciotte tra le pentole del teatro Mikhailovsky. Ecco alcuni dei filmati più belli
Chiusi a casa. Lontani dal teatro, dalla sala prove, dai camerini. Dagli applausi e dal calore del pubblico. E’ una giornata della danza così per i ballerini di tutto il mondo. Senza spettacoli ma non senza la loro arte. Non hanno infatti mai smesso di danzare nonostante il lockdown dovuto all'emergenza coronavirus (GLI AGGIORNAMENTI - LO SPECIALE - GRAFICHE) scoprendo altri modi e sperimentando nuove formule. Lezioni in casa, spesso condivise anche sui social, performance in streaming. E lo faranno sicuramente anche oggi, 29 aprile, per celebrare la giornata istituita nel 1982 e promossa dal Consiglio Internazionale della danza (Cid) Unesco, che quest’anno è dedicata ad Alicia Alonso, leggendaria danzatrice scomparsa lo scorso 17 ottobre a 98 anni.
Un’étoile, che ha trasformato Cuba in uno dei palcoscenici più prestigiosi della danza classica fondando il Balletto Nazionale di Cuba e la relativa scuola, che è riuscita a danzare fino a 70 anni nonostante la sua cecità. “E’ il simbolo che con la danza si possono superare ostacoli fisici anche molto importanti” ha ricordato l’étoile Roberto Bolle in un video messaggio a Sky Tg24.
Ed è suggestivo, e anche simbolico, pensare a un’artista capace di ballare nell’oscurità proprio in questo momento buio che stiamo vivendo. Un buio che le compagnie di tutto il mondo hanno cercato di raccontare con quel tocco di creatività che è propria solo degli artisti. Abbiamo scelto 5 tra i video più creativi nati in queste settimane di lockdown.
Scala, la sbarra #acasa dei danzatori
Tra i primi video simbolo del lockdown ad essere comparsi sui social quello realizzato dai danzatori del Teatro alla Scala. Un filmato, creato dal ballerino Marco Messina sulla musica dance “Rhythm is a dancer” degli Snap!, che racconta il quotidiano dei ballerini alle prese con lezioni in camera, sul balcone, nel cortile. Accanto ai propri figli o ad animali domestici. Una sedia, una cassettiera, una ringhiera. Tutto può essere trasformato in un una sbarra su cui appoggiarsi. Alla fine del filmato i due messaggi simbolo dell’Italia che combatte contro il coronavirus: #iorestoacasa e #andrà tutto bene. Il Teatro alla Scala punta a ripartire in autunno, con un concerto-tributo alle vittime del coronavirus che si terrà a settembre nel Duomo di Milano: la Messa da Requiem di Verdi diretto da Riccardo Chailly.
L’Opéra di Parigi danza per chi è “in prima fila”
L’Italia, e la Lombardia in particolare, è stato il primo Paese dopo la Cina ad affrontare la lotta contro il coronavirs. Con il passare delle settimane l’emergenza si è allargata costringendo i teatri più importanti di tutto il mondo a chiudere il sipario. Dalla Francia è arrivato uno dei video più belli. Un omaggio del corpo di ballo dell’Opéra di Parigi a tutti coloro che sono in prima linea nella lotta contro la pandemia. Un montato firmato dal regista Cédric Klapisch (lo stesso de “L’appartamento spagnolo”) sulle note inconfondibili del “Romeo e Giulietta” di Sergej Prokoviev che si conclude con un abbraccio. Un messaggio di speranza verso un ritorno alla normalità.
I cigni dell’American Ballet “Fly as one”
Andando oltre oceano l’American Ballet ha realizzato un “Lago dei cigni” in lockdown. Un video in cui i danzatori si esibiscono, ognuno nel proprio contesto, in un estratto del celebre balletto simbolo del romanticismo. In camera, nel proprio giardino o cortile. “Questa primavera segna il 20esimo anniversario della nostra amata produzione di Swan Lake firmata dal direttore artistico Kevin McKenzie e l’80esimo anniversario della compagnia dell’American Ballet Theater” sottolinea la compagnia sulla sua pagina Facebook. Il video nasce dunque nell’impossibilità di poter celebrare la ricorrenza al Metropolitan Opera House di New York. “Il nostro stormo di cigni è ora socialmente distante. Ma anche così voliamo insieme come uno”. E in chiusura il messaggio #AloneButTogheter.
San Pietroburgo, i grandi classici della danza tra piatti e pentole
Dallo storico teatro Mikhailovsky di San Pietroburgo, fondato nel 1833, arriva uno dei video più ironici in cui i ballerini, guidati da Ivan Vasiliev (solista che ha ballato anche al Bolshoi di Mosca) giocano a mischiare la danza con gesti della normale routine quotidiana. E usano cucina e giardini come scenografia. Ed ecco che al posto delle nacchere della variazione di Kitri del primo atto del Don Chisciotte compaiono due cucchiai tenuti dalla danzatrice che prova ad eseguire nella sua cucina esattamente gli stessi passi della coreografia. Un piatto può essere usato come ventaglio. Un asciugamano per i capelli come mantello del torero. Il video inizia con un danzatore che taglia i capelli di una bambola evocando il protagonista del celebre balletto su musica di Minkus tratto dal romanzo di Cervantes: il barbiere Basilio. Dal ritmo spagnolo del Don Chisciotte si passa alle note della Cenerentola di Prokoviev, con la danza con la scopa eseguita accanto al caminetto in una scena più realistica di come sarebbe stata sul palco, poi a quelle di Giselle, altro balletto simbolo del romanticismo e del repertorio russo, fino agli inchini finali e al saluto dietro un cancello di casa.
Aterballetto, “1 meter CLOSER”: una coreografia a un metro di distanza
A realizzare una vera e propria coreografia sulla distanza è l’Aterballetto. “1 meter CLOSER” è il titolo della creazione nata dalla vita in lockdown. Da quel metro di distanza che dobbiamo mantenere per difenderci dal contagio. “Niente meglio del corpo dei danzatori rinchiusi nelle loro case può raccontarci cosa stiamo vivendo e come questa distanza possa trasformarsi in un ponte che ci unisce, dove il luogo privato si trasforma in orizzonte comune cambiandone il suo valore e dove ogni differenza si unisce nella condivisione di un momento di abbraccio virtuale. Un abbraccio di una relazione a distanza, ma con una forza globale. La forza del corpo della danza in cattività che si racconta al suo pubblico tramite lo schermo in un susseguirsi di immagini in movimento.” La videocreazione in quarantena è stata realizzata con la collaborazione dei 15 danzatori, quasi tutti confinati nelle proprie abitazioni a Reggio Emilia, dal coreografo Diego Tortelli, dalla videomaker Valeria Civardi. Le musiche sono di Federico Bigonzetti.