In Evidenza
altre sezioni
Altro

Per continuare la fruizione del contenuto ruota il dispositivo in posizione verticale

Venezia 2019:Martin Eden: la recensione del film di Pietro Marcello con Luca Marinelli

Spettacolo

Paolo Nizza

Luca Marinelli è il protagonista di questa particolarissima rilettura del capolavoro di Jack London. Ambientata a Napoli e diretta da Pietro Marcello la pellicola è in concorso alla 76.ma edizione della Mostra del Cinema di Venezia

 

Condividi:

Martin Eden di Pietro Marcello: dal romanzo al film

Si dice che il modo più virtuoso ed efficace di trasferire un libro al cinema sia quello di essere infedeli al testo. Un tradimento per amore; trasfigurare le parole in immagini. alterandole. In modo da restituire lo spirito dell’opera letteraria attraverso i fotogrammi, evitano una pedissequa e corriva fotocopia della pagina scritta. Non so se sia sempre vero. Quello che è certo che per Martin Eden ha funzionato. Il regista Pietro Marcello, al suo primo film di fiction dopo i pluripremiati documentari La Bocca del Lupo e Bella e perduta, firma un liberissimo adattamento cinematografico del Romanzo scritto da Jack London nel 1908. Dalla California, la vicenda dell’aspirante scrittore viene trasferita a Napoli. Ma non siamo più agli inizi del XX secolo. La pellicola diretta dal cineasta italiano, infatti, attraversa tutto il Novecento, senza specifiche coordinate temporali. In questa versione di Martin Eden, ci sono gli squadristi in camicia nera e fez e i migranti, la belle époque e le automobili Volvo, l’anarchico Errico Malatesta. Una stratificata e sontuosa atemporalità che trasporta lo spettatore in un vortice di filmati di repertorio e vividi primi piani. Un mix vincente supportato da un' ecclettica colonna sonora che alterna “Picceré” di Daniele Pace e "Voglie turna" di Teresa De Sio con Claude Debussy. Anche le letture di Martin il marinaio autodidatta sono assai versatili: si passa da Spleen e Ideale di Charles Baudelaire a Confessioni di un italiano, passando per le opere del filosofo Herber Spencer, teorico del darwinismo sociale. Così tra evoluzione, lotta di classe, socialismo, liberismo, individualismo, Martin Eden diventa la cartina di tornasole di un proletario, che sogna di emanciparsi attraverso la cultura, di un aspirante poeta in cerca di bellezza, ma finisce per perdersi nel gorgo della società dello spettacolo. Come ha dichiarato il regista Pietro Marcello: “Uno dei temi di Martin Eden è il rapporto tra l'artista e l'industria culturale. Martin sarà vittima del successo, nel momento in cui comincia a pubblicare, il suo veliero affonda. Questa è la storia di Jack London come di Michael Jackson o di Fassbinder. Degli artisti che perdono il rapporto con la vita quotidiana.”

Luca Marinelli e il cast di Martin Eden

In queste edizione della Mostra del cinema di Venezia, Insieme al Joker di Joaquin Phoenix, il Martin Eden di Luca Marinelli è uno dei candidati più papabili per vincere la coppa Volpi per la miglior interpretazione. Specie nella prima parte del film, Marinelli è straordinario nel rendere l’imbarazzo e la passione di un giovane che compie i primi passi nel mondo dell’arte della cultura. Un pudore che ricorda quello di certe performance attoriali di Massimo Troisi. Luca è irresistibile quando per poter fare la scarpetta inventa una geniale, quanto improbabile similitudine tra l’istruzione e i maccheroni al sugo. Nella seconda parte quando il suo personaggio rimanda agli atteggiamenti di scrittori maledetti come Vladímir Majakóvskij a Stig Dagerman, Nora May French, sembra di intravedere “lo Zingaro” di Lo chiamavono Jeeg Robot. Notevole anche la presenza dell’attrice di origine francese Jessica Cressy. Ex modella, già vista in Domani è un altro giorno e prossimamente protagonista di Calibro 9. Si capisce come Martin Eden si perda subito nei suoi profondi occhi azzurri. Ma oltre all’indiscutibile bellezza, l'attrice riesce a conferire al suo personaggio tutta l'ambiguità e la fragilità di una ragazza piccolo borghese. Last bat not least Carlo Cecchi che torna a recitare in un film dopo Miele del 2013. Nei panni dell’anziano intellettuale Russ Brissenden mentore di Martin Eden, Cecchi risulta perfetto. E a proposito del suo personaggio l’attore ha dichiarato: "il mio archetipo come attore di teatro è stato Amleto. Qui l'ho incontrato come in tutti i film più interessanti che ho fatto. Recito il ruolo di intellettuale bizzarro, attraversato da una negatività suicida. Insomma, a quanto pare, sono specializzato in drogati e ubriachi che alla fine si tolgono la vita". 

La Trama del film Martin Eden

Dopo aver salvato da un pestaggio Arturo, giovane figlio della famiglia Orsini, appartenente alla borghesia industriale, il marinaio Martin Eden viene ricevuto nella casa del ragazzo. Qui conosce Elena, l’affascinante sorella di Arturo, di cui si innamora a prima vista. La giovane donna, colta e raffinata, diventa sia la sua ossessione amorosa, sia il simbolo dello status sociale cui Martin aspira a elevarsi. A costo di spaventose fatiche e affrontando gli ostacoli delle proprie umile origini, Martin insegue il sogno di diventare scrittore e – influenzato dal vecchio intellettuale Russ Brissenden – si avvicina ai circoli socialisti, entrando per questo in conflitto con Elena e il suo mondo borghese.