A qualche giorno dal passo indietro su Caterina Balivo, arriva l'annuncio della presenza della cantante di Playa
Per una Caterina Balivo che se ne va, c’è una Baby K che arriva. La cantante, che ha appena pubblicato il singolo «Playa», tra i candidati a diventare il tormentone dell’estate 2019, si esibirà su palco del Milano Pride a partire dalle ore 18.
Ad annunciarlo, la stessa interprete italiana, nata il 5 febbraio 1983 a Singapore, in un video pubblicato sugli account social ufficiali della manifestazione.
«Non vedo l’ora di festeggiare con voi» dice nel filmato l’artista, diventata la vera regina delle estati italiche dopo il successo a tutto tondo di «Roma - Bangkok», cantata in coppia con Giusy Ferreri. Per poi sventolare una simbolica bandierina arcobaleno.
Milano Pride 2019: l’«estromissione» di Caterina Balivo
L’annuncio della presenza dell’artista, in particolare, arriva a qualche giorno di distanza dalla marcia indietro compiuta dalla manifestazione nei confronti di Caterina Balivo, prima annunciata come madrina e poi - in accordo con la conduttrice campana - “estromessa” dall’incarico.
Colpa delle pesanti polemiche scoppiate sul web dopo l’annuncio, basate su una serie di frasi pronunciate dalla presentatrice e considerate discriminatorie da parte della comunità Lgbt. In particolare, quella su Ricky Martin, definito «bono pure se fr***o».
Milano Pride 2019: le parole di Caterina Balivo dopo le polemiche
«Era un video di una serata tra amici, si scherzava, così come i miei amici omosessuali scherzano quando dicono a mio marito: perché vai con le donne?» ha raccontato Balivo in una lunga intervista al «Corriere della Sera», provando a spiegare il proprio punto di vista.
«Il Pride serve a unire e superare le barriere. Quale è la mission? Essere inclusivi o no?» aggiunge la conduttrice campana. «È stata esclusa una persona che da anni dice che l’amore è il protagonista e non il genere. Mi chiedo se conta più la facciata o la sostanza».
E ancora: «Sinceramente sono molto colpita e mi interrogo un po’ sul genere umano. Valgono più testimonianze, fatti concreti, messaggi, video fatti nei miei programmi, davanti a milioni di persone, o espressioni decontestualizzate, una frase infelice?».