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Anno bisestile, la spiegazione astronomica

Scienze
L'anno bisestile presenta un giorno in più nel calendario nel mese di febbraio (Archivio Fotogramma)

Ogni quattro anni il mese di febbraio si presenta con un giorno in più per compensare le sei ore di surplus di ogni anno rispetto ai 365 giorni convenzionali. Fanno eccezione gli anni secolari che non sono divisibili per 400

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L'anno bisestile cade ogni quattro anni ed è caratterizzato dal fatto di avere un giorno in più nel mese di febbraio. Si tratta di una scelta fatta per rimanere allineati al calendario astronomico, considerando che ogni anno in realtà non dura esattamente i 365 giorni canonici. Il giorno in più inserito negli anni bisestili serve proprio a compensare le circa sei ore di disavanzo di ogni anno. Ad adottare per primo una soluzione in tal senso fu Giulio Cesare nel 46 a.C.. Mentre nel 1582 Papa Gregorio XIII, con l'introduzione del calendario gregoriano, corresse ulteriormente il tiro eliminando tre anni bisestili ogni 400.

Le origini dell'anno bisestile

Un anno astronomico indica il tempo impiegato dalla Terra per completare la sua orbita intorno al Sole. Convenzionalmente, a livello di calendario, questo periodo equivale a 365 giorni, anche se la durata reale è leggermente maggiore, pari a 365 giorni, 6 ore, 9 minuti e 9,54 secondi. Questo disavanzo annuale, però, va compensato per mantenere allineati il calendario civile con quello astronomico. Nel 46 a.C. Giulio Cesare, basandosi sui calcoli effettuati dall'astronomo Sosigene di Alessandria, introdusse nel suo calendario un giorno in più ogni 4 anni in quello che era allora il mese di febbraio subito dopo il 24. Siccome il 24 febbraio in latino era il ''sexto die ante Calendas Martias'', il giorno in più diventò il ''bis sexto die'', da cui deriva la denominazione ''bisestile''.

L'introduzione del calendario gregoriano

La soluzione adottata da Giulio Cesare nel suo calendario, però, alla lunga avrebbe prodotto anch'essa uno scompenso rispetto al calendario astronomico. Ad accorgersi del problema fu Papa Gregorio XIII che, nel 1582, con la bolla papale "Inter gravissimas" eliminò tre anni bisestili ogni 400, sempre all'inizio del secolo. La regola, da allora in poi, sarebbe diventata questa: un anno sarebbe stato bisestile se il suo numero fosse stato divisibile per 4, con l'eccezione degli anni secolari (divisibili per 100) che non fossero divisibili per 400. Ciò significa, ad esempio, che nel 2100, così come è stato nel 1900, il 29 febbraio non ci sarà. Il prossimo anno bisestile, invece, cadrà nel 2024.