Entro 30 anni in queste località ci sarà meno neve e quando cadrà si scioglierà più rapidamente. È quanto emerso dal nuovo studio sui cambiamenti climatici redatto da David Goldblatt per Rapid Transition Alliance
Più della metà delle città che hanno ospitato fino ad oggi le Olimpiadi invernali non sarà probabilmente in grado di organizzarle nuovamente tra 30 anni. È quanto emerso dal nuovo studio sui cambiamenti climatici dal titolo “Global Sport, Climate Emergency and The Case for Rapid Change”, redatto dall'accademico e autore David Goldblatt per Rapid Transition Alliance. La previsione è legata agli effetti dei cambiamenti climatici e al conseguente aumento della temperatura media che si registrerà sulla Terra e in particolare nelle regioni montuose, sede della maggior parte degli sport invernali. Entro il 2050 in queste località ci sarà meno neve e quando cadrà si scioglierà più rapidamente.
Nel 2050 9 località su 19 potranno ospitare i Giochi
I problemi legati al clima e all’ambiente insieme con le maggiori difficoltà di investimento da parte dei governi nazionali, potrebbero effettivamente mettere a rischio la cadenza quadriennale delle Olimpiadi invernali.
Stando a quanto emerso dal rapporto, tra 30 anni solo 9 tra le 19 località che hanno ospitato finora i Giochi olimpici invernali avranno le condizioni per poter ospitare un evento simile. Entro il 2080, il numero di sedi idonee scenderà a sei.
Inoltre, dallo studio è emerso che è improbabile che la località russa sede dell’edizione 2014 delle Olimpiadi invernali, la più calda di sempre, “organizzerà ancora i Giochi”, in quanto molti concorrenti si erano lamentati della mancanza di neve o neve lenta, bagnata e pesante sulla quale era difficile sciare”.
Altre previsioni
In generale, ”negli eventi di sci alpino, freestyle e snowboard rispetto ai Giochi del 2010, si registra mediamente un calo del 5% di atleti che hanno terminato la loro gara con un aumento degli infortuni del 9%”.
“Sin dalla loro istituzione nel 1924, i Giochi sono sempre serviti come un'opportunità per pubblicizzare strutture per sport invernali in fragili ecosistemi montani, nonchè per costruire le infrastrutture di trasporto e turismo che offrono al pubblico pagante”, spiega l’autore dello studio, secondo il quale, "tra dieci anni qualsiasi evento sportivo globale che non sarà “carbon zero” dovrebbe essere cancellato o rinviato mentre le federazioni nazionali che non faranno progressi significativi
dovrebbero essere escluse dello sport”.