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L’universo potrebbe essere chiuso e curvo: lo indica un nuovo studio

Scienze
Immagine di archivio (Getty Images)

I ricercatori Alessandro Melchiorri, Eleonora di Valentino e Joseph Silk hanno elaborato un nuovo modello cosmologico basandosi sui dati raccolti dal satellite Planck dell’Agenzia Spaziale Europea

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Basandosi sui dati del satellite Planck dell’Agenzia Spaziale Europea (Esa), Alessandro Melchiorri, dell’Istituto Nazionale di Fisica Nucleare (Infn) e dell’Università Sapienza di Roma, Eleonora di Valentino, dell’Università di Manchester, e Joseph Silk, dell’Università Sorbona di Parigi, hanno elaborato un nuovo modello cosmologico, che solleva dei dubbi sulla possibile curvatura dell’universo. I risultati del loro studio sono stati pubblicati sulle pagine della rivista specializzata Nature Astronomy. La possibilità che l’universo non sia ‘piatto’, come ipotizzato finora, bensì curvo e chiuso, potrebbe avere un impatto da non sottovalutare sullo studio del cosmo. Per ora la comunità scientifica ha accolto con prudenza il nuovo modello cosmologico, evidenziando la necessità di condurre ulteriori analisi per confermarne l’esattezza.

Le anomalie individuate dai ricercatori

Gli autori hanno condotto il loro studio basandosi sull’elaborazione dei dati relativi alla radiazione cosmica di fondo ottenuti nel 2018 grazie al satellite Planck dell’Agenzia Spaziale Europea. Hanno così individuato alcune anomalie, tra cui una riguardante la lente gravitazionale, l’effetto, previsto dalla teoria della Relatività Generale di Einstein, per il quale una galassia massiccia distorce la luce proveniente da un altro oggetto situato alle sue spalle e la amplifica, permettendo di osservarlo meglio. “Dall’analisi dei dati abbiamo riscontrato un effetto lente gravitazionale maggiore delle attese, in accordo con un modello curvo dell’universo”, spiega Alessandro Melchiorri, uno degli autori della ricerca. “I dati ci indicano qualcosa di strano, un’anomalia, e come scienziati dobbiamo capire a che cosa sia dovuta. Potrebbe, per esempio, essere la spia di una nuova fisica”, aggiunge il ricercatore.

La necessità di raccogliere nuovi dati

Secondo Antonio Masiero, fisico teorico e vicepresidente dell’Istituto Nazionale di Fisica Nucleare, è necessario approcciarsi con cautela al nuovo modello cosmologico e raccogliere nuovi dati che potrebbero confermarlo o smentirlo. “La ricerca italiana è in prima linea su questa frontiera della conoscenza, sia come studio teorico che come partecipazione ai più significativi progetti internazionali, come lo stesso Planck e in futuro LiteBIRD, per lo studio della radiazione di fondo cosmica con esperimenti nello spazio”, conclude l’esperto.