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Scoperti 5000 nuovi batteri del corpo umano: 7 su 10 erano sconosciuti

Scienze
Immagine di archivio (Getty Images)

Una nuova ricerca, con contributo italiano, ha aggiornato il catalogo del microbioma umano: alcune nuove specie, diffuse nel mondo non occidentale, variano a seconda di età e stile di vita 

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Erano diverse migliaia le specie di batteri presenti all’interno del corpo umano che gli scienziati non erano mai riusciti a osservare prima della scoperta, anche italiana, che ha finalmente permesso di aggiornare il catalogo di questi microrganismi. C’era infatti il gruppo di bioinformatica dell’Università di Trento a guidare lo studio che ha permesso di individuare specie che erano sconosciute poiché distribuite in modo significativamente differente a seconda di vari fattori, dalla zona geografica all’età, fino allo stile di vita di una persona. I risultati raggiunti dal team, pubblicati sulla rivista scientifica Cell, potrebbero rappresentare un primo ma cruciale passo verso la cura o prevenzione di certe malattie.

Quasi 5000 nuovi batteri scoperti



Il microbioma umano, che comprende tutti i batteri, virus o altri microrganismi che vivono all’interno del corpo, è in grado di condizionare la salute di un individuo. Ecco perché portare il catalogo delle specie conosciute da 1500 a circa 5000 è per i ricercatori un passo estremamente importante che può aumentare la conoscenza degli scienziati riguardo all’incidenza di una lunga serie di condizioni, dalle allergie alle malattie autoimmuni. Incrociando le analisi dei cosiddetti big data, ovvero grandi moli di informazioni, alle indagini genetiche e microbiologiche i ricercatori hanno analizzato circa 10.000 campioni di batteri provenienti da diverse parti del mondo giungendo alla catalogazione di più di 150.000 genomi batterici. Con grande sorpresa, lo studio ha evidenziato come molti dei batteri osservati fossero molto più comuni in popolazioni come quelle africane o sudamericane rispetto a quelle occidentali.

Cosa influenza il microbioma

I 150.000 genomi batterici scoperti caratterizzavano un totale di 4.930 specie, il 77% delle quali non era conosciuto. Nicola Segata dell’Università di Trento, che ha condotto la ricerca, spiega inoltre che le differenze notate a livello di diffusione potrebbero essere spiegate dal “recente passaggio verso stili di vita tipicamente occidentali, che comprendono condizioni igieniche migliorate, accesso agli antibiotici e altri medicinali, oltre all’introduzione di diete che prevedono un alto livello di grassi”. Il ricercatore afferma che, pur sperando di scoprire nuove specie in seguito allo studio, il numero osservato rappresenta un risultato “che va oltre ogni aspettativa”. Il nuovo catalogo aggiornato darà un importante contributo al fine di comprendere quali delle specie scoperte possano essere legate all’insorgere di determinate malattie, oltre ad aiutare gli esperti in ambito di prevenzione.