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Scoperta una nuova cometa: precederà quella di Natale

Scienze
Immagine di archivio (Getty Images)

C/2018 V1 raggiungerà la distanza minima dalla Terra il 27 novembre e dal Sole tra il 3 e 4 dicembre. Avvistata da tre astrofili, è visibile anche dall’Italia con un binocolo 

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Dopo 46P/Wirtanen, la cometa di Natale, un altro corpo celeste in movimento è comparso nei cieli. Si chiama Machholz-Fujikawa-Iwamoto (C/2018 V1) l’ultima cometa scoperta in modo indipendente dai tre astrofili di cui porta il nome - l’americano Don Machholz e i giapponesi Shigehisa Fujikawa e Masayuki Iwamoto - e la sua luminosità è quadruplicata negli ultimi giorni. Visibile anche dall’Italia con l’uso di un binocolo, raggiungerà la distanza minima dalla Terra il 27 novembre, mentre fra il 3 e il 4 dicembre prossimi il suo viaggio toccherà il punto più vicino al Sole, per poi lasciare la scena a Wirtanen.

Visibile prima dell’alba

C/2018 V1 è di luce verde ed è accompagnata da una debole coda che punta verso nord-ovest. Giannantonio Milani, dell'Unione Astrofili Italiani (Uai), spiega che la cometa, al momento, “è brillante come una stella di magnitudine 8”, quindi non visibile dall’uomo a occhio nudo. L'astrofisico Gianluca Masi, responsabile del Virtual Telescope, indica che “attualmente la cometa si osserva poco prima dell'alba nella costellazione della Vergine ma occorre affrettarsi perché la sua posizione in cielo rispetto al Sole andrà peggiorando notte dopo notte”. Il progressivo avvicinamento del corpo celeste al Sole, infatti, “riduce l'intervallo di tempo che abbiamo per vederla, da quando lei sorge poco prima del Sole e il sorgere del Sole stesso” conclude l’esperto. Come riferisce Milani, nel momento in cui la cometa raggiungerà la distanza minima dalla stella “si vedrà al crepuscolo serale, ma sarà molto bassa sull'orizzonte e di difficile osservazione”. Forse sarà visibile anche senza l’ausilio dei binocoli, ma dipenderà “da quanto sarà luminosa e con i pochi dati disponibili non è possibile fare previsioni troppo affidabili. Le prime proiezioni danno la settima magnitudine come massimo, ma da come sta andando potrebbe essere anche un po' più luminosa”. E conclude: “Le comete sono imprevedibili e tutto potrebbe succedere, ma al momento bisogna essere realistici”.

Scoperta dopo 700 ore di osservazione

Dietro a questa scoperta c’è anche una curiosità. In un’epoca in cui l’osservazione dei cieli è dominata da strumenti e dispostivi automatici, Don Machholz ha avvistato la cometa “alla vecchia - svela Masi - maniera ossia in visuale”. Scandagliando il cielo all'alba "con l'occhio nell'oculare del suo telescopio, l'astrofilo è riuscito a trovarla dopo oltre 700 ore di osservazione”. Con C/2018 V1, Machholz è giunto alla sua dodicesima scoperta.