Il campus romano, visitato da Sergio Mattarella, studia le coltivazioni resistenti a condizioni estreme, oltre alla produzione di farmaci dai vegetali e la diffusione dei tetti verdi
Le piante come uno degli strumenti più preziosi per il futuro dell’umanità, tanto sulla Terra quanto su altri pianeti. È questa la direzione in cui lavorano gli studiosi del Centro Enea Casaccia di Roma, uno dei poli di ricerca più importanti d’Europa che si dedica a trovare nuovi modi in cui i vegetali possano apportare benefici alla vita quotidiana delle persone. Nella mattinata di venerdì 21 settembre, il Presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, ha fatto visita al campus situato nella zona settentrionale della capitale, osservando di persona una delle ultime novità su cui sta lavorando Enea: una serra di contenimento dove si coltivano le piante del futuro, capaci di adattarsi anche a condizioni estreme.
Piante adatte alla microgravità di Marte
La diffusione dell’agricoltura idroponica, ovvero in grado di fare a meno dell’utilizzo del suolo, è uno dei traguardi a cui ambiscono i ricercatori del Centro Enea. Questo nuovo metodo consentirebbe infatti la presenza di coltivazioni anche in aree più piccole e inutilizzate, da fabbriche abbandonate, fino ai palazzi. Nel campus romano si sta sperimentando il procedimento in alcune serre a contenimento, dove vengono fatte crescere piante che un domani potrebbero adattarsi a condizioni estreme, producendo alimenti preziosi persino per gli astronauti nello spazio. Eugenio Benvenuto, responsabile del laboratorio di biotecnologie del centro, spiega che i vegetali vengono arricchiti di antiossidanti per testare la resistenza a situazioni simili “alla microgravità di Marte e l’esposizione a radiazioni solari e raggi cosmici”.
Farmaci e più verde sui tetti
Oltre alla possibilità di coltivare piante nello spazio, il Centro Enea considera i vegetali come una potenziale fonte di farmaci per il futuro: attraverso alcune modifiche genetiche operate a delle piante di tabacco, si cerca infatti di produrre “anticorpi antitumorali o vaccini veterinari in grandi quantità e a basso costo”, prosegue Benvenuto. Infine, i ricercatori guardano con attenzione anche ai cosiddetti tetti verdi, una soluzione che consiste nel ricoprire la parte esterna degli edifici delle città con delle piante. In questo modo i tetti sarebbero infatti in grado di assorbire fino al 50% di acqua piovana, ridurre l’umidità creata dalla pioggia ed evitare quelle isole di calore che in estate portano a temperature superiori di circa 5 gradi rispetto alla campagna. Inoltre, i vegetali avrebbero un’importante funzione nell’isolamento termico degli ultimi piani, contribuendo a ridurre i consumi energetici dovuti al riscaldamento.