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L'asteroide killer dei dinosauri causò due anni di buio sulla Terra

Scienze
Gli incendi provocati dall'asteroide responsabile dell'estinzione dei dinosauri sollevarono nell'atmosfera tonnellate di fuliggine (foto: repertorio Getty Images)

La colpa potrebbe essere stata della fuliggine sollevata dagli incendi successivi all'impatto con il nostro pianeta

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L'asteroide che fece estinguere i dinosauri sul nostro pianeta potrebbe essere stato anche la causa dei due anni di buio totale in cui piombò la Terra a seguito dell'impatto. A sostenerlo sono stati alcuni ricercatori del Centro statunitense per gli studi atmosferici (Ncar), in collaborazione con la Nasa e l'Università del Colorado a Boulder, i quali hanno messo a punto un modello di previsione utile anche per valutare i cambiamenti climatici provocati da un'eventuale conflitto nucleare. I risultati della ricerca sono stati pubblicati sulla rivista di settore Proceedings of the National Academy of Sciences.

Terra al buio per due anni

L'asteroide responsabile dell'estinzione dei dinosauri avrebbe fatto piombare la Terra in due anni di buio. La colpa del black out sarebbe da ricercare nei numerosi incendi scoppiati sul nostro pianeta in seguito all'impatto. I roghi provocati dalla collisione, secondo gli esperti, avrebbero infatti sollevato nell'atmosfera una quantità di fuliggine tale da oscurare i raggi solari e provocare un crollo delle temperature. Gli autori di questa scoperta sono i ricercatori del Centro statunitense per gli studi atmosferici che hanno collaborato con la Nasa e l'Università del Colorado. Il team così composto, che ha pubblicato i propri risultati sulla rivista dell'Accademia americana delle scienze (Pnas), è riuscito a giungere a questa conclusione attraverso delle simulazioni fatte con un modello di previsione utile anche per monitorare i cambiamenti climatici che potrebbero essere provocati da un'eventuale guerra nucleare.

Il crollo delle temperature

L'oscuramento dei raggi solari provocato dalla fuliggine sarebbe stato tale da provocare un crollo delle temperature e uno stop della fotosintesi. La ricostruzione elaborata dai ricercatori, infatti, dimostra che le tonnellate di fuliggine finite nell'atmosfera tra la fine del Cretaceo e l'inizio del Paleocene avrebbero bloccato il 99% dei raggi solari per oltre un anno e mezzo, riducendo le temperature della superficie terrestre di 16 gradi in media e impedendo di fatto la fotosintesi, in particolare del fitoplancton degli oceani, sopravvissuto agli incendi anche quando la vegetazione sulla Terra era stata già bruciata. Anche lo strato di ozono in atmosfera avrebbe subito dei danni. La conseguenza sarebbe stata il passaggio di dosi pericolose di raggi ultravioletti, che avrebbero contribuito all'estinzione di massa.


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