Health, arresto cardiaco: quando il primo soccorso salva la vita

Salute e Benessere

Ogni anno in Italia 60.000 persone vengono colpite da arresto cardiaco. Solo l’8% sopravvive. Ma dietro a questo dato allarmante si nasconde una verità potente: intervenire subito può fare la differenza tra la vita e la morte

Nella nuova puntata di Health raccontiamo come la formazione, la prontezza e la disponibilità di un defibrillatore possano rendere chiunque in grado di salvare una vita.  In studio Claudia Ruffini, medico anestesista e vicepresidente di Italian Resuscitation Council (IRC), ci spiega come riconoscere un arresto cardiaco e quali sono le manovre salvavita da attivare nei primi minuti: chiamare il 112, iniziare il massaggio cardiaco, usare il defibrillatore. Azioni semplici, ma decisive.

 

Accanto a lei, Stefania Tarenzi, capitana della Sampdoria Women, racconta l’esperienza del corso IRC seguito con la squadra: un momento di formazione che ha cambiato il modo di vivere il campo e la responsabilità verso gli altri. Lo sport, infatti, è un alleato prezioso nella diffusione della cultura del primo soccorso.

 

Infine, la testimonianza di Marco Tavcar, 27 anni, sopravvissuto a un arresto cardiaco durante un torneo amatoriale grazie all’intervento tempestivo di due avversari formati alle manovre di rianimazione. Oggi Marco non può più giocare, ma allena una squadra di bambini e trasmette loro il valore della consapevolezza e della prontezza.

 

Legge italiana 116/2021 ha reso obbligatori i DAE nei centri sportivi, rende possibile l’utilizzo da parte di personale non sanitario, prevede la tutela legale per chi interviene e sottolinea l’importanza della formazione. E dunque, la legge italiana, le campagne UEFA che formano tifosi e atleti, fino ai corsi IRC nelle scuole e nelle squadre: la cultura del primo soccorso si sta diffondendo, ma c’è ancora molto da fare.

 

Sapere cosa fare nei primi minuti è fondamentale: riconoscere l’arresto, chiamare il 112, iniziare il massaggio cardiaco e usare il defibrillatore. Anche chi non è un medico può salvare una vita.