Health, Flexibots: i micro robot che rivoluzionano la medicina

Salute e Benessere

Mini robot morbidi, intelligenti e biodegradabili, capaci di muoversi nei liquidi del corpo umano, somministrare farmaci in modo mirato e poi dissolversi. Non è fantascienza, ma il risultato di un progetto congiunto tra la Libera Università di Bolzano e l’ETH di Zurigo, che apre scenari inediti per la medicina del futuro.  Nella puntata di Health raccontiamo la ricerca “Flexibots” che ha portato alla creazione di micro robot flessibili e biocompatibili, dotati di elettronica a film sottile, sensori e antenne miniaturizzate. Questi dispositivi, diretti da campi magnetici, possono navigare nel corpo umano senza bisturi, per interventi minimamente invasivi e terapie oncologiche ultra-mirate

I Flexibots sono microscopici, senza fili, biodegradabili e capaci di rispondere agli stimoli ambientali. Possono essere guidati con precisione verso un organo o un tessuto specifico, rilasciare farmaci in dosi minime e poi dissolversi nei liquidi corporei. Una rivoluzione per la medicina personalizzata, ma anche per l’ingegneria dei tessuti, la manipolazione cellulare e l’ispezione di macchinari inaccessibili. 

 

In studio Niko Münzenrieder, direttore del Laboratorio di Elettronica Flessibile di Unibz, spiega come sia stato possibile integrare circuiti elettronici su dispositivi così piccoli e sensibili. Con lui, Andrea Gasparella, Preside della Facoltà di Ingegneria, riflette sul ruolo dell’innovazione al servizio della salute e sull’importanza delle collaborazioni internazionali. In collegamento dal Canada, Giuseppe Cantarella, ricercatore dell’Università di Modena e Reggio Emilia, racconta il percorso e le prospettive future della micro robotica in Italia e in Europa.

 

Il progetto, sostenuto dalla Fondazione Nazionale Svizzera per la Scienza e dalla Provincia autonoma di Bolzano, è un esempio concreto di come la ricerca interdisciplinare possa generare soluzioni ad alto impatto sociale. E conferma il ruolo crescente dell’Alto Adige come polo di innovazione, grazie anche al lavoro della Facoltà di Ingegneria di Unibz nel parco tecnologico NOI.