Malaria, calano contagi e decessi ma è allarme investimenti

Sono poco meno di trecento milioni le persone contagiate nello scorso anno dal Plasmodium, il parassita responsabile della malaria. Un numero di per sé gigantesco, sebbene in linea con quelli fatti registrare in passato. Contagi e decessi dovuti a questa patologia sono diminuiti da inizio secolo, grazie agli sforzi della comunità internazionale, ma negli ultimi anni il miglioramento è rallentato a causa di nuove minacce e di un preoccupante taglio ai finanziamenti necessari. E pieno di luci e ombre il Rapporto annuale sulla malaria nel mondo pubblicato dall'Organizzazione mondiale della Sanità . Contagi e decessi A livello globale nel 2023, anno a cui si riferiscono gli ultimi dati mondiali su contagi e morti, si stimano quasi 263 milioni di casi di malaria. Dal 2000 i contagi sono calati e l’incidenza ogni mille persone a rischio è passata da 70 a 60. Bene ma non troppo, dato che dal 2020 si è assistito a una controtendenza che ha portato i casi di infezione a crescere, sebbene di poco. La maggior parte di questo aumento si è verificato nei Stati della regione Africana. I principali Paesi che hanno contribuito all'aumento dei casi sono stati l'Etiopia , il Madagascar , il Pakistan , la Nigeria e la Repubblica Democratica del Congo . Gli esiti fatali della malaria, invece sono leggermente diminuiti dall’anno precedente. Si stima si siano verificati circa 600 mila decessi nel 2023 ma anche in questo caso l’andamento è del tutto analogo a quello dei contagi. Dal 2000 i decessi per malaria sono diminuiti costantemente, passando da 861 mila a 567 mila nel 2019. Nel 2020, però, si è registrato un aumento e da allora non siamo più riusciti a tornare sotto i dati del periodo pre pandemico. Se non visualizzi il grafico, clicca qui Profonda Africa Si parla di dati globali ma si tratta in realtà quasi esclusivamente di numeri originati in Africa. Cinque Paesi - Nigeria , Repubblica Democratica del Congo , Uganda , Etiopia e Mozambico - rappresentano da soli più della metà di tutti i casi. E solo quattro rappresentano più della metà di tutti i decessi per malaria: Nigeria , Repubblica Democratica del Congo , Niger e Tanzania . La Nigeria nel 2023 ha fatto registrare il 39,3% dei decessi per malaria a livello globale nei bambini di età inferiore a 5 anni. Progressi ed eradicazione Poteva, però, andare peggio. Secondo l'Oms, l’adozione di nuovi strumenti contro la malattia, tra cui zanzariere a doppio ingrediente e i nuovi vaccini, ha contribuito a prevenire circa 170 milioni di casi e 1 milione di decessi. I farmaci di prevenzione e di cura raccomandati dalle istituzioni della sanità mondiale vengono sempre più integrati nei sistemi sanitari locali. Dal 2000 al 2024, un totale di 26 Paesi che all'inizio di questo periodo erano endemici per la malaria hanno segnalato con successo tre anni consecutivi di zero casi di malaria indigena e 18 di questi sono stati certificati indenni dalla malaria dall'Oms. Gli ultimi in ordine di tempo a essersi liberati dalle febbri malariche sono stati Capo Verde ed Egitto nel 2024 e nell’anno in corso la certificazione è stata riconosciuta anche a Georgia, Suriname e Timor Est. Se non visualizzi il grafico, clicca qui Vaccini L’avvento dei primi vaccini - due approvati dalle autorità, entrambi prevedono 4 dosi per il ciclo completo - promette di ridurre progressivamente la diffusione della malattia. A partire dal 2021 ventiquattro Paesi hanno introdotto i sieri anti malaria nei loro programmi di immunizzazione di routine. E Ghana, Kenya e Malawi sono stati pionieri nella sperimentazione, iniziata nel 2019. Da allora più dell’80% dei bambini sotto i 5 anni ha iniziato il ciclo vaccinale e più del 60% l’ha portato a termine e quindi è immunizzato. Se non visualizzi il grafico, clicca qui Resistenze Il rapporto sulla malaria evidenzia, però, anche alcune criticità. La prima riguarda le prove di una resistenza parziale ai derivati di alcuni farmaci, tra cui l'artemisinina, diventata la soluzione privilegiata dopo i fallimenti dei suoi predecessori come la clorochina. La resistenza agli antimalarici è stata confermata o sospettata in almeno 8 Paesi africani. Ma ci sono anche altri tipi di resistenze che ostacolano i progressi nella lotta alla malaria. I conflitti e l'instabilità nelle regioni colpite stanno causando diffuse interruzioni dei servizi sanitari, limitando l'accesso alle cure e ritardando diagnosi e trattamenti tempestivi. E la sfida è ulteriormente aggravata dal ristagno dei finanziamenti globali nell'ultimo decennio, che limita l’efficacia degli interventi sanitari. Nel 2024, sono stati investiti 3,9 miliardi di dollari: secondo gli obiettivi di finanziamento prefissati dall’Oms entro il 2025 la somma dovrebbe arrivare a oltre 9 miliardi. Le recenti riduzioni degli aiuti pubblici allo sviluppo però hanno gravemente compromesso la situazione, costringendo all'annullamento o al rinvio della maggior parte delle indagini pianificate sulla malaria.

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Gabriele De Palma