Prevenzione dei tumori: il Sud Italia resta indietro

È un ritornello che si sente spesso. Su tanti argomenti disparati. Dall’aspettativa di vita, alla povertà fino alle competenze degli studenti. Ma non per questo risulta meno vero e meno grave. Soprattutto quando l’ambito di cui parliamo è la salute. E allora tocca dirlo un’altra volta: il Sud se la passa peggio del resto d’Italia anche in uno dei capisaldi della medicina contemporanea, ovvero per la prevenzione dei tumori. Gli ultimi dati dell’Osservatorio nazionale screening lo hanno certificato, nuovamente, nero su bianco a fine agosto. La percentuale di individui con residenza nel Mezzogiorno che nel 2024 si sono sottoposti ai programmi di controllo per i tumori alla mammella, al collo dell’utero e al colon-retto è risultata inferiore alla media nazionale e lontanissima dai dati del Nord del Paese. Un divario eccessivo e sottolineato dallo stesso Ons nella presentazione dei dati: “il gradiente Nord-Sud è troppo accentuato anche se le aree meridionali appaiono in miglioramento”. I dati Troppo accentuato, dunque. Risultato: le differenze tra Sud e resto d’Italia per quanto concerne il coinvolgimento negli screening riguardano i tre i tipi di tumore per i quali l’attività di controllo sulla popolazione è entrata a fare parte dei livelli essenziali di assistenza che le regioni sono tenuti a fornire. In tutti e tre i programmi Calabria, Sicilia e Sardegna risultano sempre agli ultimi posti per percentuale di adesione alle campagne. In certi casi, il fossato è enorme. Nel caso dello screening per il tumore al collo dell’utero, si va dal 15,4% della Calabria al 71,9% del Friuli Venezia Giulia. Per quanto riguarda il tumore colon-retto, si passa dal 5,3% sempre della Calabria al 66,4% della Valle d’Aosta, mentre per lo screening mammografico, che serve per rilevare eventuali tumori al seno, i punti percentuali di differenza tra le due stesse regioni sono più di 64, nuovamente a favore del territorio più settentrionale. Perché questi divari? Secondo il rapporto annuale redatto dall'Associazione Italiana Registri tumori, le cause della scarsa adesione possono essere varie a seconda del territorio e possono essere di natura economica, organizzativa, logistica e culturale. Alcune regioni, si legge nel documento, “non impiegano o non hanno risorse sufficienti per garantire l’invito a tutti, altre soffrono di una scarsa partecipazione della popolazione in alcuni casi determinata dalla ridotta accessibilità ai programmi e in altri dovuta a una scarsa fiducia nel servizio o comunque ad una difficoltà nel comprendere l’importanza di sottoporsi agli screening”. Particolarmente preoccupante il contesto calabrese dove, spiega sempre il rapporto, “non si riesce a garantire il programma se non in maniera del tutto residuale”. Aspettativa di vita Ma quali sono le conseguenze delle differenze di adesione agli screening oncologici? Individuare rapporti di causa ed effetto puntuali è difficile. Dagli stili di vita, alla qualità dell’assistenza sanitaria, all’ambiente i fattori che possono determinare una maggiore incidenza dei tumori e una maggiore mortalità in un’area rispetto ad un’altra sono molteplici. La prevenzione è solo uno di questi. Di certo, secondo alcuni indicatori, i decessi per tumore nella fascia di età 20-64 anni tendono ad essere più frequenti nel Mezzogiorno. Campania, Sardegna, Sicilia, Puglia, Calabria e Basilicata presentano i più alti tassi standardizzati di mortalità del Paese. Analogamente, l'aspettativa di vita - che in Italia risulta comunque la più alta d’Europa - è inferiore nelle aree meridionali dello Stivale rispetto a Nord e Centro. Tra il Trentino Alto-Adige, la regione con la speranza di vità maggiore, e la Campania, la più svantaggiata, ci sono tre anni di differenza: 84,7 contro 81,7. Tra le cinque regioni con il dato più basso ci sono, oltre alla Campania, la Sicilia, la Calabria e la Sardegna. Va notato infine che il divario Nord-Sud, che per decenni era andato riducendosi, ha cominciato ad aumentare con l’inizio del nuovo millennio.

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Raffaele Mastrolonardo