Diabete, che cos'è l'insulina "intelligente" che potrebbe evitare le ipoglicemie

Per le persone con diabete in terapia insulinica, quindi tutti i pazienti che soffrono di diabete di tipo 1 e parte di quelli con diabete di tipo 2, gestire 24 ore al giorno la glicemia con un pancreas che non funziona è un lavoro molto complesso, oltre che stressante. Per loro l'ipoglicemia , la principale complicanza acuta del diabete, è una delle maggiori problematiche e rappresenta un rischio soprattutto di notte: porta a sudorazione, palpitazioni, tremori fino agli svenimenti nei casi più gravi, e in quelli gravissimi addirittura al coma. Per questo una nuova insulina "intelligente", che sarebbe in grado di eliminare il rischio di ipoglicemia nelle persone con diabete in trattamento insulinico, potrebbe portare a una svolta nel mondo del diabete. Si tratta dello studio “L'insulina sensibile al glucosio riduce il rischio di ipoglicemia ” pubblicato sulla rivista Nature. Il team di ricerca, a Bagsværd in Danimarca, ha compiuto i primi test preclinici su questa forma modificata di insulina con un'attività che varia in base ai livelli di glucosio nel sangue. E funziona come un interruttore. Su Sky TG24 Insider abbiamo chiesto al Professor Riccardo Candido, presidente dell'Associazione Medici Diabetologi, di aiutarci a capire di cosa si tratta. Professore, facciamo un passo indietro. A cosa serve l'insulina? L'insulina è un ormone prodotto dal nostro pancreas che si lega ad alcuni recettori presenti in organi come fegato o tessuti, dove ha il compito di far entrare lo zucchero dal sangue all'interno delle cellule. Ovviamente il pancreas produce una quota di insulina in base all'andamento della glicemia. Se la glicemia si alza, il pancreas aumenta la produzione di insulina, se la glicemia si abbassa ne riduce la produzione. Questo nelle persone normoglicemiche. Ma nelle persone con diabete di tipo 1 - e in alcune con diabete di tipo 2 - il pancreas non la produce più. E va regolata in autonomia. Esatto, allora l'insulina va somministrata per via esterna . Quando l'insulina viene assorbita inizia a fare il suo effetto facendo entrare lo zucchero nelle cellule, e abbassando la glicemia. La gestione del dosaggio però è molto complessa: se mi somministro una quantità di insulina eccessiva rischio di andare in ipoglicemia, se invece l'insulina è troppo poca il rischio è l'iperglicemia. La regolazione è la sfida più difficile. Come funzionerebbe questa nuova insulina "intelligente"? Si tratta di una nuova insulina ingegnerizzata, che una volta che viene somministrata si attiva in base al livello di glicemia. Se la glicemia si alza, la molecola dell'insulina che "si apre" agisce molto di più sui suoi recettori quindi risulta molto più efficace. Quando i livelli di glicemia si abbassano invece questa molecola - chiamata NNC2215 - tende a disattivarsi e non fa più entrare lo zucchero nelle cellule. In pratica la glicemia fa dell'insulina come un interruttore ON/OFF, con cui "la apre" e "la chiude". Quindi evitando l'ipoglicemia, pericolosa soprattutto nelle ore notturne. Esatto. Si tratterebbe infatti di una rivoluzione epocale perché eliminerebbe il problema dell'ipoglicemia che è la principale criticità nelle persone con diabete che assumono insulina. Serve però cautela finché non ci saranno esiti positivi sugli esseri umani? Sì, al momento questo studio è stato testato sugli animali, sull'uomo è in fase sperimentale, quindi non esistono ancora dati scientifici. Ma se dovesse funzionare sarebbe una grande conquista per le persone con diabete di tipo 1, insulinodipendenti, e quelle con diabete di tipo 2 che assumono insulina. Ricordiamo che le tempistiche nel mondo della ricerca e della medicina sono dilatate: è molto probabile che dovremo aspettare qualche anno.