L'agosto caldo dei medici senza ricambio: "Visito anche in carrozzina"

14 agosto, sono le 10 del mattino e piazza Montecitorio è già rovente. I sampietrini sono infuocati. Il termometro della macchina segna già 33 gradi. Lasciamo il centro di Roma anche oggi invasa dai turisti diretti a Tor tre teste, una borgata al nono chilometro della via Prenestina, nella periferia sud est della capitale. Asfalto, cemento e aree verdi si alternano tra i palazzi alti e i condomini a tre piani. Cura i pazienti in carrozzina pur di tenere aperto lo studio È la vigilia di Ferragosto: questa periferia sonnecchia all’ombra di pini secolari. Parcheggiamo davanti allo studio medico di Patricia David. La porta è chiusa, ci sono alcuni anziani che chiacchierano seduti sul muretto. Uno di loro ha una ricetta bianca in mano. Entriamo. La sala d’aspetto è piena, i posti a sedere sono tutti occupati. “Non è più come una volta, quando d'estate il carico di lavoro diminuiva. Un tempo- ci racconta un paziente- le persone andavano in ferie un mese, oggi invece gli studi e le farmacie sono stracolme anche in estate”. E poi c’è di nuovo il Covid che gira. In effetti, in tutto il Lazio in agosto si assiste alla recrudescenza di forme influenzali e virali. Ecco perché gli studi medici sono ancora pieni malgrado siamo nel pieno delle ferie. Pazienti che attendono di essere visitati, ascoltati. E di avere prescrizioni. La dottoressa David è un medico di medicina generale dell’Asl Roma 2: lavora qui come medico di famiglia dal 2012 e assiste 1.100 pazienti. Anche se seduta dietro la scrivania ci accorgiamo subito che è sulla sedia a rotelle perché a giugno ha avuto un incidente: è stata operata e per 3 mesi, deve stare ferma senza poter camminare. Ha avuto grandi difficoltà per trovare un sostituto nelle settimane centrali di agosto. Perciò, è a studio malgrado la malattia. “Sono dovuta venire qui. Uscire, entrare. Con la carrozzina. Mi sono mossa con mio marito che mi ha messo in macchina. Scendi dalla macchina, rimetti la sedia a rotelle’. La dottoressa David racconta: “Non è facile trovare un collega disponibile, ci ho provato in tutti i modi. Però ho mantenuto il mio studio aperto. Sempre. Tutti i giorni lavorativi feriali, dal lunedì al venerdì”. A Tor tre teste fino al 2022 c'erano cinque medici di famiglia. Poi quattro sono andati in pensione ed è rimasta solo la dottoressa David. Una vita dedicata ai suoi pazienti: “Laddove c'era bisogno sono sempre andata”, spiega. “Non mi sono mai tirata indietro. Neanche durante il Covid. Mi vestivo con il camice, la mascherina e i guanti e andavo a fare le visite a domicilio agli anziani più bisognosi. Così ho evitato tante ospedalizzazioni”. Lo dice con orgoglio mentre la Signora Assunta, che è venuta qui per la richiesta di alcuni esami di routine la abbraccia e dice: “la dottoressa è il miglior medico che ci poteva capitare”. Mancano i sostituti per i medici di famiglia: "Situazione insostenibile" Il problema della carenza di medici è tristemente noto a tutti. Già da tempo. In tutta l’Italia. Riguarda tutte le categorie di medici: quelli di famiglia così come gli ospedalieri. Nel Lazio sono 3895 i medici di medicina generale, poco meno di 2000 a Roma capitale: 778 nell’Asl Roma 1, 847 a Roma 2, 362 a Roma 3. E nella generale carenza di medici questa situazione diventa ancora più insostenibile quando si parla di sostituzioni estive. “I sostituti, generalmente colleghi più giovani o a volte già in pensione , non si trovano e capita, purtroppo in numerose circostanze, che gli stessi colleghi diano forfait all'ultimo minuto”. A dirlo è Cristina Patrizi, medico di medicina generale e segretario regionale del Sindacato dei Medici Italiani. A questo si aggiungono complicazioni legate alla specificità della medicina generale. Pazienti cronici, ansiosi. Molti hanno bisogno di continuità assistenziale. Ogni studio ha i suoi gestionali. "Le sostituzioni estive rappresentano un grande problema per i medici di famiglia, - aggiunge la Patrizi - che devono organizzarsi autonomamente nella ricerca di un collega che possa rimpiazzarli, sostenendo peraltro anche le spese. Il riposo psicofisico previsto dal contratto, infatti, è completamente a carico del medico che deve reperire e pagare il sostituto”. Studi di medicina generale senza sostituti Ci spostiamo a largo Preneste, riavvicinandoci verso il centro di Roma. Qui siamo al quinto distretto dell’Asl Roma 2: 200 medici di famiglia per 250mila abitanti, praticamente 1 medico ogni 1.250 abitanti o se vogliamo pazienti. Entriamo in un altro studio medico, al primo piano di un palazzo in cortina. Qui lavorano due medici di famiglia: la dottoressa Barbara Bertelli e il dottor Mirko Micò. Ci raccontano che loro sono più fortunati perché per andare in ferie si alternano, ovviamente assumendosi ciascuno il carico di tutti i pazienti propri e del collega. Così riescono a gestire le vacanze estive ma non gli imprevisti, assenze improvvise per motivi familiari o malattia. La dottoressa Bertelli, ad esempio, quando ha avuto il Covid non è riuscita a trovare un sostituto. Ne ha chiamati tanti e nessuno è stato disponibile. Ad oggi in Italia non esiste un registro o un’anagrafe che cataloghi i sostituti di medicina generale. Come ci spiega il dottor Micò i medici di base si organizzano tra di loro in chat o in gruppi su Messenger. Ma non basta: spesso anche così diventa impossibile trovare un collega disponibile. Cosa si auspica la categoria? "Speriamo che il futuro sistema organizzativo delle AFT – questo è l’appello della dottoressa Patrizi - possa consentire realmente di risolvere questo problema e che le aziende possano avere liste di medici sostituti aggiornata costantemente".

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