Cani allerta diabete, quando il caregiver ha quattro zampe
Salute e BenessereVengono addestrati con un percorso specifico per imparare a fiutare ipoglicemie e iperglicemie dei propri padroni, e per segnalarle, aiutandole nella gestione quotidiana della malattia, notti comprese. Siamo stati sui colli veronesi per conoscere Progetto Serena, che dal 2013 addestra caregiver a quattro zampe
Cani che assistono e supportano le persone con diabete, imparando a fiutarne le ipoglicemie e iperglicemie, e segnalando i picchi glicemici. Progetto Serena, nato nel 2013, è stato tra i primi in Italia a studiare un protocollo ad hoc per i cani allerta diabete. Animali che aiutano soprattutto le persone con diabete di tipo 1, quelle insulino-dipendenti. Bambini compresi.
La storia di Anitya, diabetica da quando aveva 10 mesi
Nel veronese abbiamo incontrato Chiara e Michele: vengono da Rovigo e sono i genitori di Anitia, una bimba con diabete di tipo 1 di tre anni che le è stato diagnosticato quando aveva solo 10 mesi. Il suo esordio è stato violento: a causa della glicemia altissima della piccola, è stato subito necessario il ricovero in terapia intensiva. "In quei giorni cercavamo una soluzione che ci aiutasse e abbiamo contattato Roberto Zampieri di Progetto Serena, che ha trovato per noi Gea, il nostro cane allerta diabete", racconta la mamma. L'animale, mentre Anitya si trovava ancora in ospedale, ha iniziato a seguire un addestramento preliminare prima di cominciare quello con la bambina e i suoi genitori, una volta dimessa. "Gea sta facendo questo percorso da circa due anni e mezzo: l'addestramento del cane è simile a quello dei cani anti-droga, si parte da un campione di saliva".
Un ulteriore supporto al fianco della tecnologia
"Il cane allerta diabete in sostanza avvisa la persona con il diabete nel momento in cui inizia una crisi glicemica, che sia ipoglicemica o iperglicemica", ci spiega Roberto Zampieri, fondatore di Progetto Serena, che incontriamo a un evento cinofilo immerso nelle colline veronesi. "Non si sostituisce ai medici né alle terapie, ma è un ulteriore supporto che può affiancarsi alla tecnologia che oggi la persona con diabete ha a disposizione". Ma come funziona? "Quando la persona con diabete ha una crisi glicemica, il cane se ne accorge per cui mette in atto un meccanismo particolare che si chiama “segnalazione”: può essere una zampata, una leccata o un abbaio. Se il padrone non può intervenire perché la crisi è grave, il cane va persino a chiamare aiuto". Al progetto possono partecipare tutte le persone con diabete, sia di tipo 1 o che di tipo 2. "Se non hanno ancora un cane", spiega Zampieri, "si sceglie insieme il cane più adatto a seconda dello stile di vita del paziente", mentre se le persone hanno già un cane "si lavora con il cane di famiglia", con lezioni di addestramenti una volta a settimana. Non esistono razze o taglie di cani inadatte a questo tipo di percorso: a Verona abbiamo incontrato sia chiwawa che labrador capaci di assistere e avvisare i propri padroni.
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"Dopo 40 anni di diabete di tipo 1 purtroppo non avverto più i sintomi né delle ipoglicemie né delle iperglicemie e questo può essere pericoloso", racconta Elisa Dal Bosco, tecnico veterinario e addestratrice di Progetto Serena. Da sei anni il suo labrador da cui è inseparabile, Jack, la assiste e la avverte quando qualcosa non va. "Soprattutto di notte se la glicemia si alza o abbassa troppo mi lecca il viso, mi tira la maglietta nel caso ci sia necessità e mi sveglia. Grazie a lui sono riuscita a evitare situazioni molto gravi di ipoglicemia notturna". Elisa, oltre a essere paziente, è anche un'addestratrice: "Lavoro soprattutto in Lombardia e sono felice quando entro nella casa di una famiglia con un bimbo diabetico. Il diabete di tipo 1 purtroppo riguarda anche i più piccoli. Istruiamo e prepariamo questi fantastici animali con molte sessioni di gioco". Dopo pranzo, mentre stiamo registrando, Jack abbaia: Elisa controlla la glicemia sullo schermo del suo microinfusore e si accorge che è bassa. Prende una bustina di zucchero per riprendersi, poi, piena di gratitudine, lo ringrazia con un croccantino.