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Chirurgia, epilessia curata con elettrodi nel cervello: primo intervento a Genova

Salute e Benessere

La Stereo-EEG è una tecnica particolarmente complessa di diagnosi di localizzazione della cosiddetta zona epilettogena, ovvero l’area cerebrale di insorgenza degli episodi critici

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All'ospedale Gaslini è stato realizzato il primo impianto di elettrodi intracerebrali, secondo la metodologia stereotassica (Stereo-EEG) , in un bambino di nove anni affetto da epilessia farmaco-resistente. Un importante intervento, realizzato nelle scorse settimane da una equipe multidisciplinare dell’Istituto pediatrico ligure che apre nuove prospettive diagnostiche e terapeutiche per pazienti con problematiche complesse. Si tratta di una nuova tecnica nell’ambito della chirurgia dell’epilessia, ovvero tutti quegli interventi volti a migliorare le condizioni di pazienti che soffrono di crisi epilettiche 'focali' (per cui si ipotizza una localizzata regione cerebrale d’origine) poco o per nulla sensibili alla terapia medica.

Utile per chi non reagisce alla terapia farmacologica

Un intervento, estremamente complesso che risulta fondamentale con pazienti affetti da epilessia focale che non reagiscono alla terapia farmacologica, perché permette di ottenere indicazioni precise per la prosecuzione dell’iter terapeutico altrimenti non individuabile. Grazie all’innovativo impianto l’equipe è riuscita a registrare l’origine delle crisi e a guarire il bambino che è già stato dimesso.

Come funziona la procedura?

La Stereo-EEG è una tecnica particolarmente complessa di diagnosi di localizzazione della cosiddetta zona epilettogena, ovvero l’area cerebrale di insorgenza degli episodi critici. Consiste nell’introdurre elettrodi attraverso la teca cranica, nelle strutture cerebrali identificate come potenziali aree di origine di crisi focali. A differenza di tecniche non-invasive ma meno accurate, permette di registrare le modificazioni dell’attività elettrica cerebrale direttamente alla fonte, rendendosi indispensabile in tutti quei profili in cui la localizzazione risulta complessa. L’intervento permette dunque di fare la differenza nell’efficacia della terapia a cui verrà sottoposto il paziente, ottenendo indicazioni precise anche in quei casi in cui altri metodi non hanno prodotto risultati.

 

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Gli sviluppi di questa tecnica

In Italia sono circa 500mila i pazienti, tra adulti e bambini, affetti da epilessia per cui un intervento chirurgico curativo sarebbe ipotizzabile, ma di difficile individuazione. Un programma specifico di chirurgia dell’epilessia è attivo presso l’Irccs Gaslini già dai primi anni 2000. Nel tempo è stato portato avanti grazie alla collaborazione tra la Neurochirurgia e la Neuropsichiatria del Gaslini e avvalendosi della consulenza del Centro per la chirurgia dell’epilessia dell’Ospedale Niguarda di Milano. Il recente intervento rappresenta un ulteriore passo in avanti per l’Istituto pediatrico ligure, che si configura così sempre più all’interno del panorama internazionale allineandosi alle ultime novità nell’ambito della chirurgia di precisione.

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