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Il futuro della pandemia è ancora incerto: cosa aspettarsi

Salute e Benessere

La battaglia contro il Covid-19 non è ancora finita. Mentre l’estate scorre tranquilla, nel prossimo inverno ulteriori ondate potrebbero mettere in difficoltà i vari Paesi occidentali. Cosa dicono gli esperti

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Non è ancora finita la battaglia contro Covid-19. Il prossimo inverno potrebbe portare fino ad un milione di infezioni al giorno negli Stati Uniti, ha dichiarato Chris Murray, responsabile dell'Institute of Health Metrics and Evaluation (IHME), un gruppo di modellazione indipendente dell'Università di Washington. Tuttavia grazie alle vaccinazioni, ai richiami, alle infezioni precedenti, alle varianti più lievi e alla disponibilità di nuovi ed efficaci trattamenti, il tasso di decessi e ricoveri gravi non dovrebbe raggiungere la soglia d’allerta. 

“Dobbiamo accantonare l'idea che la pandemia sia finita", ha dichiarato Adam Kucharski, epidemiologo della London School of Hygiene and Tropical Medicine. “Qualcuno una volta mi ha detto che la definizione di endemicità è che la vita diventa solo un po’ peggio", ha aggiunto Kucharski. La paura degli esperti è che venga alla luce una nuova variante che eluda le sottovarianti di Omicron, capace quindi di causare infezioni più gravi ed aggirare l’immunità preventiva. Una possibilità scritta nero su bianco in un recente rapporto dell’Oms basato su un modello dell'Imperial College di Londra, che rappresenterebbe - nel caso - ‘lo scenario peggiore’ possibile.

Malattia endemica

Ora che molte persone si affidano a test rapidi domiciliari, non comunicando la maggior parte dei risultati ai vari distretti sanitari, è diventato molto più difficile fare previsioni per il futuro. “Le persone più a rischio sono quelle che non hanno mai visto il virus”, ma non c'è quasi più nessuno a non averlo contratto, ha continuato Murray. Eppure, guardando le previsioni future, l’uscita dalla fase di emergenza verso una fase di transizione endemica appare sempre più lontana. Gli esperti avevano previsto che questa potesse avviarsi all’inizio del 2022, ma l’arrivo della variante Omicron ha completamente ribaltato le aspettative. La seconda incognita che preoccupa di più gli esperti, è la combinazione tra vaccinazione e infezione da coronavirus: se, quindi, la cosiddetta immunità ibrida, stia fornendo una maggiore protezione alle persone, ed efficace tanto quanto le campagne di richiamo dovrebbero essere.

Futuro incerto

David Dowdy, epidemiologo di malattie infettive presso la Johns Hopkins Bloomberg School of Public Health, ha dichiarato: “Chiunque dica di poter prevedere il futuro di questa pandemia o è troppo sicuro di sé o sta mentendo”. Mentre in Australia gli esperti osservano che la recrudescenza dell'influenza combinata con l’infezione da Covid sta mettendo a dura prova gli ospedali, ipotizzano che i Paesi occidentali possano assistere ad uno schema simile dopo diverse stagioni influenzali tranquille. L’Oms mette in guardia: ogni Paese deve essere pronto ad affrontare le nuove ondate con i vecchi strumenti conosciuti, le vaccinazioni, gli interventi, i test, il distanziamento sociale e le mascherine. Il governo israeliano, che ha recentemente smantellato i test per i viaggiatori all’arrivo all’aeroporto internazionale, si è dichiarato pronto a reinserire le misure “entro pochi giorni”, se necessario. John McCauley, direttore del Worldwide Influenza Centre presso il Francis Crick Institute di Londra, in merito alla situazione in Australia, ha dichiarato: “Se succede lì, può succedere anche qui. Prepariamoci a una stagione influenzale come si deve”.

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