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Sport e attività ricreative: i possibili effetti sul benessere dei più piccoli. Lo studio

Salute e Benessere
©Getty

Sport, musica e attività extrascolastiche renderebbero i bambini più felici di tv e videogame. A suggerirlo è un nuovo studio condotto da un un team di ricercatori dell'Università del South Australia e del Dipartimento per l'Educazione australiano

 

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Sport, musica e attività extrascolastiche renderebbero i bambini più felici di tv e videogame. A suggerirlo è un nuovo studio condotto da un un team di ricercatori dell'Università del South Australia e del Dipartimento per l'Educazione australiano, che ha indagato su un campione composto da oltre 60mila studenti tra i 9 e i 15 anni gli interventi e le attività utili per migliorare il benessere dei più piccoli, e in particolare dei bimbi provenienti da contesti socioeconomici più svantaggiati.

Lo studio nel dettaglio

I risultati dello studio, pubblicati su BMC Pediatrics, hanno rilevato sostanziali differenze tra i bimbi che trascorrevano più tempo in attività, come lo sport, e chi passava più tempo davanti a tv o videogame.
In particolare, è emerso che gli studenti che prevengono da contesti socioeconomici più sfavorevoli ma che praticano sport più frequentemente avrebbero il 15%, il 14% e il 10% in più di probabilità rispettivamente di essere ottimisti, di essere soddisfatti della propria vita e di essere in grado di regolare le proprie emozioni. Benefici sono stati associati anche ad altre attività o al tempo trascorso con gli amici.

Altri risultati

Invece, giocare ai videogiochi e utilizzare i social media sembra essere associato a fino al 9% e all'8% in meno di probabilità di essere felici, di essere ottimisti e all'11% di possibilità in più di arrendersi di fronte alle difficoltà. "Si potrebbe pensare che sia la mancanza di movimento fisico a causare queste differenze, ma la nostra ricerca mostra che fare i compiti o leggere, entrambe attività sedentarie, contribuiscono positivamente al benessere, quindi è qualcos'altro", ha sottolineato Rosa Virgara, prima firmataria dello studio. "Alla fine il messaggio è chiaro: guardare la TV, giocare al computer e scorrere i social media non aiuta a costruire o sostenere il benessere dei bambini", ha concluso.

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