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Scoperti i neuroni che scatenano febbre e brividi: lo studio sui topi

Salute e Benessere
©Ansa

Il merito va ai ricercatori della Harvard University di Boston, abili nell'individuare i neuroni che causano la febbre ed altri sintomi di malessere tipici, per esempio, di un'infezione. La scoperta, hanno riferito gli esperti, potrebbe adesso contribuire a migliorare i trattamenti legati alle malattie croniche

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Grazie ad uno studio condotto sui topi dagli scienziati della Harvard University di Boston è stato possibile comprendere come brividi, malore, febbre, stanchezza, perdita di appetito, siano sintomi che nascono nel cervello. In particolare, sono stati individuati in un lavoro di ricerca i cui risultati sono stati pubblicati sulla rivista scientifica “Nature”, i neuroni che causano la febbre ed altri sintomi di malessere tipici, per esempio di un'infezione. La scoperta, hanno riferito gli studiosi, potrebbe contribuire a migliorare i trattamenti legati alle malattie croniche.

Due sostanze utilizzate per innescare le infezioni

Nello specifico, per individuare le parti del cervello responsabili del coordinamento di questi comportamenti, Catherine Dulac e Xiaowei Zhuang, due dei ricercatori coinvolti nello studio, hanno iniettato nei topi da laboratorio alcune sostanze che riescono ad innescare effetti simili a quelli di una vera malattia. Si tratta di una molecola, il lipopolisaccaride, che imita gli effetti di un'infezione batterica e dell'acido poliinosinico-policitidico, sostanza che riesce ad imitare un'infezione virale. Entrambe, hanno spiegato gli esperti, hanno la capacità di indurre una risposta infiammatoria acuta che, di conseguenza, provoca sintomi, tra cui la febbre.

I neuroni coinvolti

Da qui gli esperti dell’ateneo di Harvard hanno quindi determinato quali neuroni risultassero più attivi nel cervello degli animali durante la malattia, una volta indotta. I sospetti principali riguardavano neuroni situati nell'ipotalamo, area dove risiede ad esempio il controllo dell'appetito e la termoregolazione. L’attenzione degli esperti, in seguito, è ricaduta su un gruppo di neuroni presenti nell'area preottica mediale ventrale dell'ipotalamo. Qui si trovano neuroni che si sono attivati in maniera evidente quando ai topi sono state somministrate le molecole che inducono la malattia. E, “spegnendo” proprio questi neuroni, i ricercatori hanno scoperto che i topi non manifestavano più la febbre una volta inietta loro una delle molecole che innescano la malattia, oltre a presentare un minore calo dell'appetito e ad avere meno freddo. Secondo Dulac, ha spiegato la ricercatrice in conclusione, gli esseri umani sono dotati di gruppo simile di neuroni capaci di controllare i sintomi della malattia.

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