In Evidenza
Altre sezioni
altro

Per continuare la fruizione del contenuto ruota il dispositivo in posizione verticale

Il 2 giugno ricorre la Giornata mondiale sui disturbi alimentari

Salute e Benessere
©Ansa

Il “World Eating Disorders Action Day” è un’iniziativa promossa con l’obiettivo principale di sensibilizzare l’opinione pubblica su problematiche quali anoressia, bulimia nervosa e disturbo da alimentazione incontrollata. E per aiutare medici, psichiatri, psicologi, nutrizionisti, ricercatori accademici ed esperti a collaborare, restando aggiornati sui più recenti sviluppi nell’ambito della ricerca. Saranno circa 250 le organizzazioni a promuovere eventi, provenienti da poco più di 50 Paesi nel mondo

Il tuo browser non supporta HTML5

Condividi:

Iscriviti alla nostra newsletter per restare sempre aggiornato

 

Il 2 giugno 2022 si celebra la settima edizione della Giornata Mondiale sui Disturbi del Comportamento Alimentare (World Eating Disorders Action Day) promossa per sensibilizzare l’opinione pubblica su queste problematiche e per aiutare medici, psichiatri, psicologi, nutrizionisti, ricercatori accademici ed esperti a connettersi e a collaborare, rimanendo aggiornati sui più recenti sviluppi nell’ambito della ricerca.

Aumentare la consapevolezza e ridurre lo stigma

Come riporta il portale worldeatingdisordersday.org, saranno circa 250 le organizzazioni provenienti da poco più di 50 Paesi nel mondo ad essere protagoniste dell’iniziativa, insieme a migliaia di attivisti, di pazienti interessati da questi disturbi (DA) insieme alle loro famiglie, oltre ad operatori sanitari, ricercatori ed autorità, con l’obiettivo di “aumentare la consapevolezza su queste patologie, ridurre lo stigma” e discutere sui trattamenti messi a punto per contrastarle. Quest'anno il tema dell’evento sarà “Caring for Carers!”, mettendo in luce l’importanza di coloro che si prendono cura delle persone che soffrono di un disturbo alimentare. Numerosi eventi live e virtuali si svolgeranno in Paesi quali Argentina, Australia, Belgio, Brasile, Bulgaria, Canada, Cile, Colombia, Costa Rica, Croazia, Repubblica Dominicana, Francia, Irlanda, Italia, Paesi Bassi, Giappone, Messico, Pakistan, Perù, Serbia, Slovenia, San Salvador, Regno Emirati Arabi, Stati Uniti e molti altri, per coinvolgere il pubblico nelle campagne pensate per sfatare falsi i miti, fornire informazioni corrette e sostenere l'evidenza trattamenti. E non solo, perché, si legge, “il World Eating Disorders Action Day 2022 servirà anche a far aumentare la consapevolezza su questi disturbi” che colpiscono fino a 70 milioni di persone in tutto il mondo. Secondo la dottoressa Eva Trujillo, membro del comitato direttivo della Giornata mondiale per i disturbi alimentari. I cosiddetti “caregiver” sono “i migliori partner terapeutici. Nessuno conosce meglio il paziente, ma anche loro hanno grandi difficoltà e per questo occorre creare reti di sostegno e strategie a loro dedicate”.

approfondimento

Disturbi alimentari: in primi 6 mesi pandemia casi aumentati del 40%

I disturbi dell’alimentazione in Italia

Come sottolinea l’Istituto Superiore di Sanità (Iss), i disturbi della nutrizione e dell’alimentazione, in particolare l’anoressia, la bulimia nervosa e il disturbo da alimentazione incontrollata, rappresentano “un problema di sanità pubblica di crescente importanza per la loro diffusione, l’esordio sempre più precoce tra i giovani e l’eziologia multifattoriale complessa”. Per questo motivo è importante che vengano identificati prima possibile e che si possa intervenire “tempestivamente perché, se non trattati adeguatamente, aumentano il rischio di danni permanenti a carico di tutti gli organi e apparati dell’organismo che, nei casi più gravi, possono portare alla morte”. Sul tema, tra l’altro, è stata promossa già dal 2019 grazie al Segretariato Generale del Ministero della Salute, la prima survey in Italia sui dati epidemiologici dei pazienti con disturbi della nutrizione e dell’alimentazione, con uno studio portato avanti anche nel periodo della pandemia di coronavirus, durante la quale i disturbi di questo tipo sono aumentati. Come si legge sul sito del Ministero stesso, “dall'analisi preliminare dei dati provenienti dalle schede di dimissione ospedaliera degli ultimi 5 anni (dal 2014 al 2018) su 60mila ricoveri complessivi per DA di cui oltre 12mila nel 2018” è stato rilevato “un aumento della patologia pressoché costante nel tempo”, oltre ad “un moderato calo dell’età mediana (da 25 anni a 23 anni) e della proporzione di ricoveri di sesso femminile rispetto a quelli maschili (il tasso di ricovero dei maschi arriva fino al 18%) confermando un abbassamento dell’età di insorgenza dei DA e una loro maggiore diffusione nella popolazione maschile”. Proprio tra i maschi è stato riscontrato un tasso più alto nelle fasce d’età più giovani (inferiore ai 10 anni e dai 10 ai 14 anni), cui è seguito un andamento decrescente, mentre “nelle femmine il tasso è più alto nella fascia 15-19 anni” cui è seguita una distribuzione normale.

Bulimia e anoressia nervosa

Tra i dati analizzati, è emerso come il numero e la percentuale di ricoveri per diagnosi principale di bulimia nervosa (BN) abbia segnalato “un decremento dei ricoveri dal 2014 al 2018, in particolare nelle femmine, passando da 1 su 100.000 abitanti a 0,73 su 100.000 abitanti”. Mettendo a confronto, invece, il tasso di ospedalizzazione del 2018 per anoressia nervosa (AN), distribuito per età con lo stesso studio riferito agli anni 2004-2005, è emersa “una distribuzione sovrapponibile nell'età adolescenziale con un picco intorno ai 17 anni, mentre risulta significativamente diminuito il tasso di ospedalizzazione nell'età adulta”. Per quanto concerne, infine, i tassi di ospedalizzazioni nelle diverse Regioni del nostro Paese, sono emerse evidenti differenze tra una Regione e l’altra.  Nelle aree dove sono presenti reti di servizi diffuse e specializzate nel trattamento dei DA, ha riportato il Ministero, “il tasso di ospedalizzazione, che segnala la necessità di un ricovero salvavita, è molto più basso, evidenziando come un intervento precoce nel territorio possa evitare l’aggravarsi dei quadri clinici e migliorare la prognosi”.

approfondimento

Disturbi alimentari, dall'Iss la prima mappatura dei centri di cura