Covid, Zaia a Sky TG24: “I vaccini funzionano. Meno ricoveri rispetto al 2020”
Salute e BenessereNel corso di un’intervista a Timeline, il presidente della Regione Veneto ha parlato di come si è evoluta la situazione nel corso dell’ultimo anno e dell’andamento dei ricoveri ospedalieri
“I vaccini sono efficaci”. L’ha ribadito Luca Zaia, il presidente della Regione Veneto, nel corso di un’intervista a Timeline, su Sky TG24. Parlando della situazione nella sua Regione, Zaia ha dichiarato che nelle ultime 24 ore si sono registrati 5225 contagiati, un numero maggiore rispetto a quelli registrati durante la peggior ondata dell’anno scorso (quella di novembre e dicembre). L’efficacia dei vaccini si nota nel numero dei ricoverati, che è nettamente inferiore rispetto al 2020. “Abbiamo circa 1300 ricoverati contro i 4300 del 2020”. Zaia ha aggiunto che “in Veneto l’80% dei ricoverati in terapia intensiva è composto da non vaccinati”. Inoltre, almeno un ricoverato su due in area medica non è vaccinato. “Si consideri che nella mia Regione i non vaccinati sono il 13% della popolazione”.
La corsa ai tamponi
Zaia ha spiegato che in Veneto sta avendo luogo una vera e propria corsa al tampone. “Si consideri che noi siamo, da sempre, quelli che fanno più tamponi nelle ventiquattro ore. In alcune giornate arriviamo anche a 140/150/160mila tamponi. Ovviamente non sono tutti molecolari, perché la nostra capacità rispetto a questi di ferma a 26/27mila al giorno. Il Veneto, inoltre, è stata la prima Regione a presentare il prototipo del tampone fai da te. Se ci avessimo creduto un po’ di più e non gli avessimo fatto la guerra, oggi saremmo pronti a soddisfare la richiesta dell’Ecdc”. L’agenzia, infatti, ha invitato i cittadini impossibilitati a fare il tampone in farmacia a eseguire il test fai da te. “Questi tamponi sono sempre stati boicottati in Italia, quindi è ovvio che ora siamo in esaurimento”, ha osservato Zaia.
Il possibile passaggio in zona arancione
Parlando della situazione dei ricoveri nel Veneto, Zaia ha spiegato che “in questo momento siamo al 17-18%, dunque circa 1300 pazienti, di occupazione in area non critica. Questo vuol dire che per raggiungere il 30%, soglia limite per passare in zona arancione, si dovrebbero aggiungere, all’incirca, un altro migliaio di pazienti in più”. Considerando che i nuovi pazienti sono circa 50 al giorno, il problema dell’eventuale passaggio in zona arancione potrebbe farsi concreto tra più o meno venti giorni. “Lo stesso problema dovranno cominciare a porselo anche altre Regioni. Forse qualcuno non fa i conti in casa sua, ma posso garantire che, come accade per il giallo, accadrà anche per l’arancione. Fermo restando che, invece, ci aspettiamo un plateau da qui ai prossimi 10 giorni: potrebbe essere che ci sia una fase di stallo dei contagi e che poi cominci una fase di decrescita. Questa è la nostra speranza”.