Sclerosi multipla, studio: le staminali sono sicure ma non bloccano la malattia
Salute e BenessereÈ quanto emerso dal più ampio studio clinico internazionale mai condotto sull'argomento, coordinato dall'Irccs Policlinico San Martino di Genova con l'Università di Genova
Le cellule staminali sono sicure ma non riducono le lesioni provocate dalla sclerosi multipla e non migliorano il decorso della patologia. È quanto emerso dal più ampio studio clinico multicentrico internazionale mai condotto sull’azione delle cellule staminali mesenchimali autologhe nella sclerosi multipla, coordinato dall'Irccs Policlinico San Martino di Genova in collaborazione con l'Università di Genova. I risultati dell'analisi sono stati pubblicati sulle pagine della rivista specializzata The Lancet Neurology.
Lo studio nel dettaglio
Precedenti studi preclinici e sperimentazioni condotte su un numero limitato di pazienti suggerivano che queste cellule erano considerate una promettente opzione terapeutica per la loro capacità di modulare l'azione del sistema immunitario, proteggere o riparare le cellule nervose dal danno della sclerosi multipla. Partendo da queste ipotesi, il nuovo studio ha coinvolto dal 2012 al 2019 15 Centri per la Sclerosi Multipla in 9 Paesi in tutto il mondo, reclutando 144 soggetti per verificare la sicurezza e l'efficacia di cellule staminali mesenchimali estratte dal midollo osseo del paziente stesso, divenendo così la più ampia e rigorosa sperimentazione clinica mai realizzata sul tema.
I risultati
"L'infusione di staminali si è dimostrata sicura e ben tollerata, ma non è emerso l'effetto di spegnere l'infiammazione, misurata attraverso il numero di nuove lesioni identificate dopo 24 settimane con la risonanza magnetica cerebrale", ha spiegato il coordinatore dello studio Antonio Uccelli, direttore Scientifico del San Martino. "La terapia non ha dato effetti neppure su parametri clinici quali la frequenza di ricadute né la progressione di disabilità". La ricerca è stata finanziata interamente dalla Fondazione Italiana Sclerosi Multipla (Fism). "Dal 2003 Aism e la sua Fondazione, hanno scommesso su quello che allora era un territorio ancora inesplorato, finanziando importanti progetti di ricerca sull'utilizzo delle staminali nella sclerosi multipla. Questo studio ha permesso di dare risposte certe rispetto alla sicurezza. Siamo fiduciosi che ulteriori studi su questo tipo di cellule e altri tipi di staminali possano arrivare a dare una terapia efficace per la riparazione del danno", ha commentato Mario Alberto Battaglia presidente Fism. Secondo i ricercatori, non è infatti da escludere la possibilità che modificando il dosaggio delle somministrazioni o utilizzando mesenchimali del tessuto adiposo, o provenienti da un donatore, sia possibile avere effetti benefici dal trattamento.