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Covid, nuovi contagi nel mondo: record di casi a Sydney e Tokyo

Salute e Benessere

Nella capitale del Nuovo Galles del Sud sono stati registrati 262 casi di contagio nelle ultime 24 ore. In Giappone, invece, il “quasi” stato di emergenza è stato esteso ad altre otto prefetture

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In vari Paesi si stanno verificando nuove ondate di Covid-19, causate soprattutto dalla variante Delta. Mentre in alcune zone la situazione è relativamente sotto controllo, da altre arrivano dei “campanelli d’allarme” che è difficile ignorare. È il caso, per esempio, dell’Australia. Mentre dalle 20 (ora locale) inizierà il sesto lockdown a Melbourne (Victoria), nel Nuovo Galles del Sud sono stati rilevati 262 casi di contagio nelle ultime 24 ore. Si tratta del livello più alto mai registrato finora. Come reso noto dalle autorità sanitarie, gran parte di questi contagi si sono concentrati nella capitale dello stato, Sydney, tuttavia si sono verificati anche altri focolai, che hanno spinto la premier statale Gladys Berejiklian a espandere le misure restrittive anche alle aree adiacenti alla metropoli. 

 

Inoltre, nelle ultime 24 ore a Sydney sono morte cinque persone, tutte di età compresa tra i 60 e gli 80 anni e non vaccinate. “Non posso sottolineare abbastanza quanto sia importante per tutti, indipendentemente dall’età, farsi avanti e ottenere il vaccino”, ha dichiarato Berejiklian. “Finora solo il 20% della popolazione australiana è stato completamente vaccinato a causa dei ritardi negli approvvigionamenti, ma anche dell’esitazione dei cittadini”.

Contagi quasi raddoppiati in varie aree del Giappone

Anche in Giappone la situazione non è delle migliori. Negli ultimi giorni il numero dei contagi è quasi raddoppiato in molte parti del Paese, spingendo il governo a estendere lo stato di emergenza, già in vigore a Tokyo, ad altre otto prefetture dell’arcipelago. Si tratta di Fukushima, Ibaraki, Tochigi, Gunma, Shizuoka, Aichi, Shiga e Kumamoto. Queste si vanno ad aggiungere ad Osaka, Hokkaido, Ishikawa, Hyogo, Fukuoka e all’area metropolitana della capitale, che comprende anche le prefetture di Chiba, Saitama e Kanagawa. Yasutoshi Nishimura, il ministro in carica per la gestione dell’emergenza Covid-19, ha dichiarato che il numero dei pazienti in gravi condizioni è pressoché raddoppiato nelle ultime due settimane, aumentando le criticità delle strutture ospedaliere. 

 

Dal 12 luglio, il governo giapponese ha introdotto varie misure per contrastare la diffusione dell’epidemia, tra cui la chiusura anticipata di bar e ristoranti alle 20 e il divieto alla vendita di alcolici dopo le 19. Finora il Giappone non ha mai imposto ordini restrittivi ai movimenti delle persone riconducibili ai lockdown adottati in Europa e nelle nazioni colpite maggiormente dalla pandemia. Secondo l’Istituto nazionale di malattie infettive, la variante Delta è responsabile di circa il 90% di tutti i casi segnalati nella regione del Kanto e del 60% dei contagi rilevati nel resto del Giappone. Dall’inizio dell’emergenza sanitaria, a livello nazionale, i casi di coronavirus ammontano a 979.534, con 15.235 decessi accertati. 

La situazione in Cina

A Wuhan, la città della Cina in cui venne identificato per la prima volta il coronavirus, tutti gli abitanti saranno presto sottoposti a dei test molecolari. La misura è stata considerata necessaria dopo che negli ultimi giorni sono stati registrati dei contagi legati alla variante Delta. Per correre ai ripari, le autorità hanno anche messo in lockdown una parte della metropoli. Il problema, ovviamente, non è limitato a Wuhan: anche nel resto della Cina si è verificato un preoccupante aumento dei contagi. Solo a luglio sono stati accertati 328 nuovi casi, un numero quasi pari al totale di quelli segnalati da febbraio a giugno 2021. A Nanchino, il capoluogo della provincia di Jiangsu, tuti gli abitanti (9,2 milioni) sono stati sottoposti due volte ai test anti-Covid.

Nonostante tutte le precauzioni, nelle ultime 24 ore si sono registrati 40 nuovi casi nello Jiangsu, di cui quattro a Nanchino. Gli altri 36 sono stati identificati nella città di Yangzhou. Tutti i pazienti sono stati inviati nelle strutture ospedaliere designate per ricevere il trattamento.

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