Una modalità per proteggere il sistema immunitario durante le terapie antibiotiche e una difesa in più contro l'antibiotico-resistenza. Sono i due obiettivi che ha raggiunto uno studio, che ha visto protagonisti ricercatori dell’Università di Bari, grazie a cui è stato possibile sottolineare come la capacità proliferativa dei linfociti T, fondamentali per la risposta immunitaria, sia fortemente preservata con l'integrazione di molecole di uridina e piruvato associate alla terapia antibiotica
Gli antibiotici rappresentano, ancora oggi, una tra le principali indicazioni terapeutiche per il trattamento delle infezioni batteriche. Nonostante l'efficacia antimicrobica molti antibiotici, però, possono produrre effetti collaterali di entità anche severa. Da questo assunto è partita la ricerca del team coordinato dal professor Gaetano Villani, ordinario di Biochimica presso l'Università di Bari e dal professor Peter Seibel, responsabile del laboratorio di "Molecular Cell Therapy" della facoltà di Medicina dell'Università di Lipsia, in Germania, che ha dato vita ad un'innovativa scoperta nel campo della terapia antibiotica.
Proteggere il sistema immunitario durante le terapie antibiotiche
Si tratta, come si legge in un comunicato diffuso sul sito dell’ateneo pugliese, di un'arma importante per proteggere il sistema immunitario durante le terapie antibiotiche, oltre che una difesa in più contro l'antibiotico-resistenza. Il lavoro di ricerca, pubblicato sulla rivista “Scientific Reports”, ha potuto dimostrare infatti come la capacità proliferativa dei linfociti T, fondamentali per la risposta immunitaria, sia fortemente preservata con l'integrazione di molecole di uridina e piruvato associato alla terapia antibiotica. Gli antibiotici, hanno spiegato gli esperti, sono in grado di “inibire la sintesi o la funzione delle proteine e del DNA/RNA batterico” e possono provocare effetti tossici sui mitocondri e, di conseguenza, sulle cellule. Particolarmente esposte a questa tossicità possono essere cellule ad alta capacità proliferativa, proprio come quelle del sistema immunitario. Ma, come è stato già sperimentato, diversi tipi di cellule umane prive di DNA mitocondriale sono risultate dipendenti dall'aggiunta di uridina e piruvato per poter sopravvivere e replicarsi. Partendo da questo dato, è stato testato con successo in vitro l'ipotesi che gli “stessi metaboliti possano preservare la capacità proliferativa cellulare, in presenza di antibiotici mitotossici”.
I dettagli dello studio
In particolare, i ricercatori hanno curato la produzione di una formulazione combinata di uridina e piruvato (Uripyr, Mitobiotix) in qualità di integratore ad uso orale, testando l'effetto dei due metaboliti sul sistema immunitario di pazienti sottoposti a terapia antibiotica. Lo studio, così, è riuscito a dimostrare come la capacità proliferativa dei linfociti T, importanti per la nostra risposta immunitaria, sia fortemente preservata nel gruppo di pazienti che associano l'integrazione con Uripyr alla terapia antibiotica, rispetto al gruppo controllo trattato con il solo farmaco. Questi primi risultati, dicono gli esperti, “rappresentano l'apertura di un filone di ricerca molto promettente e dai risvolti estremamente importanti sia per le scienze di base che per le scienze applicate e mediche”. Infatti, concludono, proteggere il sistema immunitario per agevolare un'azione congiunta con gli antibiotici, nel trattamento e nella profilassi delle infezioni batteriche, allarga il potenziale applicativo dei moderni protocolli terapeutici. Ulteriori approfondimenti, in un futuro prossimo, potrebbero consentire ai ricercatori di migliorare la conoscenza sul tema, guadagnando tempo utile nella lotta contro l'antibiotico-resistenza.