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Sclerosi multipla, raccolte in un database 240 milioni di sequenze Tcr

Salute e Benessere
©Ansa

Il risultato, ottenuto da uno studio europeo coordinato dall'Università di Firenze, potrebbe aprire la strada a nuove ricerche ma anche allo sviluppo di nuove terapie contro questa patologia

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Un recente studio europeo sulla sclerosi multipla, coordinato dall'Università di Firenze, ha raggruppato in un unico database oltre 240 milioni di sequenze del recettore dei linfociti T o Tcr. Si tratta di un importante traguardo che potrebbe aprire la strada a nuovi studi ma anche allo sviluppo di nuove terapie contro la sclerosi multipla. La ricerca, che ha unito medicina e bioinformatica analizzando un’enorme mole di dati molecolari con gruppi di ricerca francesi, inglesi, norvegesi e italiani, è stata pubblicata sulle pagine della rivista specializzata EBioMedicine.  

Lo studio europeo  

"Un ruolo fondamentale nella sclerosi multipla, malattia cronica infiammatoria del sistema nervoso centrale a base autoimmune, è svolto dai linfociti T autoreattivi che, filtrati dalla barriera ematoencefalica, circolano fra sangue periferico, liquido cefalorachidiano e cervello, luogo dove nella patologia orchestrano e determinano il danno al tessuto nervoso”, ha spiegato Clara Ballerini, docente di patologia generale all'Ateneo fiorentino e coordinatrice del lavoro insieme con Andreas Lossius dell'Università di Oslo.
Finora, tuttavia, nonostante lo sviluppo di nuove tecniche di sequenziamento che ne facilitano l'analisi, lo studio di questo recettore si è scontrato con un limite: i pochi campioni analizzati nei singoli studi condotti su liquido cefalorachidiano e l’assenza di una analisi statistica condivisa.
Per ovviare a questo problema, i ricercatori hanno realizzato "una collaborazione con più laboratori europei, che ci ha permesso di costruire un unico database con più di 240 milioni di sequenze, discusse e analizzate insieme a un gruppo di bioinformatici dell’Università di Oslo, creando un ponte fra il dato molecolare, la funzione biologica del recettore e la malattia".
Lo studio, a cui hanno contribuito, fra gli altri, anche la Fondazione Italiana Sclerosi Multipla (Fism), il dipartimento fiorentino di Neuroscienze, Psicologia, Area del Farmaco e Salute del Bambino (Neurofarba) e l’Azienda ospedaliero universitaria Careggi "ha fornito una caratterizzazione completa delle diverse dimensioni che costituiscono il repertorio Tcr nella sclerosi multipla e della variabilità di queste dimensioni nei tessuti studiati", ha concluso Ballerini.

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