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Influenza aviaria H5N8, individuato focolaio in un allevamento romagnolo

Salute e Benessere

Il focolaio è stato riscontrato in un allevamento familiare a Lugo, in provincia di Ravenna. Il virus, una malattia virale che colpisce per lo più gli uccelli selvatici e che non è in grado di trasmettersi con efficienza all’uomo, se non in determinate situazioni, come spiegato anche dal Ministero della Salute, è stato riscontrato in due esemplari di gru coronate grigie, poi morte a causa dell’infezione

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Un focolaio di influenza aviaria H5N8, una malattia virale che colpisce per lo più gli uccelli selvatici, è stato identificato di recente in un allevamento familiare a Lugo, in provincia di Ravenna. A riferirlo, tra gli altri, anche l’agenzia Reuters che cita la fonte dell'Organizzazione mondiale per la salute animale (OIE). Il virus è stato rilevato in due esemplari di gru coronate grigie (Balearica regulorum), poi decedute a causa dell'infezione. Per impedire la diffusione del virus, poi, altri 12 uccelli presenti nell'allevamento sono stati uccisi e smaltiti.

Una zona di protezione

In seguito a ciò e per impedire la diffusione del virus, il presidente della Regione Emilia-Romagna, Stefano Bonaccini, ha firmato un'ordinanza che prevede una serie di contromisure, tra cui l’istituzione di una specifica zona di protezione, intorno all'allevamento, di 3 chilometri e una di sorveglianza pari a 10 chilometri, con il divieto di spostare gli animali.

I virus influenzali aviari

L’influenza aviaria, come spiega il Ministero della Salute, “è una malattia altamente contagiosa dei volatili” ma, sebbene i virus influenzali umani ed aviari appartengano alla stessa famiglia e tipo, questi ultimi “non sono in grado di trasmettersi con efficienza all’uomo, ma possono farlo sporadicamente ed in determinate condizioni”. Tra queste, ad esempio, l’esposizione attraverso “il contatto diretto con volatili morti o ammalati, con superfici o materiali contaminati da escreti e secreti infetti (feci) o attraverso le mucose (orali, oculari, nasali), con aerosol infetti, o eventualmente attraverso il consumo di carni non ben cotte di volatili infetti”. Gli uccelli selvatici, spiega ancora il nostro Ministero, fungono da serbatoio e possono eliminare il virus proprio attraverso le feci. Solitamente tali uccelli non si ammalano, ma possono essere molto contagiosi per gli uccelli domestici quali polli, anatre, tacchini e altri animali da cortile. “L’influenza nel pollame si può presentare nella forma causata da ceppi a bassa patogenicità (LPAI) e da ceppi ad alta patogenicità (HPAI)”, spiegano gli esperti, segnalando che negli ultimi anni, nell’ambito del piano di sorveglianza nazionale, sono stati individuati casi di HPAI, “sostenuti dai sottotipi H5N8 e H5N5”.

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Attenzione alta in Europa

Quella dell’influenza aviaria è una situazione che sta contribuendo a mantenere alta l’attenzione, proprio in seguito ad una nuova epidemia di H5N8 in Europa. A segnalarlo l’Istituto Zooprofilattico Sperimentale delle Venezie (IZSVe), ente sanitario di controllo, ricerca e servizi per la salute animale e la sicurezza alimentare. L’IZSVe, in un articolo recente, ha spiegato che, alla fine del 2019, la Polonia ha segnalato il primo focolaio da virus dell’influenza aviaria ad alta patogenicità H5N8 in un allevamento di tacchini da carne, in cui si è registrato il 100% di mortalità. Da quel momento in avanti sono stati registrati numerosi altri focolai in Europa, sia in Polonia, sia in altri Paesi come Ungheria, Slovacchia, Romania e Repubblica Ceca e Ucraina. “Sebbene le indagini epidemiologiche siano ancora in corso, i principali responsabili della diffusione di questo virus sembrano essere ancora una volta gli uccelli migratori che si spostano da un paese all’altro”, spiegano gli esperti. A questo proposito, tra l’altro, il Ministero della Salute ha definito delle misure straordinarie per contrastare il potenziale ingresso del virus H5N8 negli allevamenti avicoli italiani.

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