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Covid-19: Zangrillo: “Serve prudenza. Contrario al metodo della paura”

Salute e Benessere

In un’intervista al Corriere, il primario dell’Unità Operativa di Anestesia e Rianimazione Generale del San Raffaele ha fatto il punto sulla situazione coronavirus in Italia, ricordando di aver sempre sostenuto che con il virus SARS-CoV-2 “dobbiamo imparare a convivere”

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“Serve prudenza ma sono contrario al metodo della paura”. Questa è la posizione del professor Alberto Zangrillo, primario dell’Unità Operativa di Anestesia e Rianimazione Generale del San Raffaele, che in un’intervista al Corriere ha fatto il punto sulla situazione coronavirus in Italia, ricordando di aver sempre sostenuto che con il virus SARS-CoV-2 “dobbiamo imparare a convivere”. “Forse non ci siamo ancora riusciti”, precisa l’esperto. Commentando i numeri su Milano, dove i nuovi contagi sono passati da tremila a seimila in una sola settimana, toccando punte di 1.500 al giorno, Zangrillo dichiara: “Siamo in tempo per un’azione tempestiva. Non è una catastrofe. Dobbiamo mantenere lucidità d’azione”. 

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Zangrillo: “Virus è tornato a mordere. Necessaria presa di responsabilità dei singoli”

 

“A maggio il virus era in ritirata, oggi è tornato a mordere, probabilmente anche per comportamenti negligenti. Ma solo di pochi. La maggior parte della popolazione è coscienziosa, giovani compresi”, aggiunge Zangrillo, che si augura scatti nei giovani un senso di protezione nei confronti di genitori e nonni, e in generale delle persone più fragili. “Sono certo che con comportamenti corretti dal punto di vista qualitativo, riusciremo a risolvere anche i problemi quantitativi. E la maggior parte della popolazione lo sta capendo. Senza una presa di responsabilità dei singoli non ne possiamo uscire”, aggiunge il primario dell’Unità Operativa di Anestesia e Rianimazione Generale del San Raffaele, invitando la popolazione alla prudenza.

 

Zangrillo: “Terapie intensive? Situazione ancora sotto controllo”

 

Quanto alla situazione delle terapie intensive, Zangrillo precisa che al momento “sono ancora ancora sotto controllo perché  la risposta alle terapie è migliore rispetto allo scorso marzo e aprile”. “L’esito è più favorevole”, prosegue l’esperto, ribadendo l’importante ruolo dei medici di famiglia, a cui spetta il compito di velocizzare la diagnosi della patologia. “Il segreto è prendersi la responsabilità di inviare in ospedale solo chi ne ha bisogno. Oggi siamo in una fase decisiva. Ci vuole senso civico da parte di tutti. Ciascuno deve prendersi le proprie responsabilità”, continua l’esperto, che precisa: “Almeno il 30% dei pazienti che arrivano in Pronto soccorso basterebbe una responsabile assistenza domiciliare”.

“Questa pandemia deve servirci da lezione. Servono più rianimatori, infettivologi e immunologi. Non basta investire sui macchinari, bisogna farlo sul capitale umano”, conclude Zangrillo. 

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