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Tumori, un modello matematico può svelare le metastasi 'invisibili'

Salute e Benessere

Due ricercatori dell’Università di Edimburgo, utilizzando strumenti legati alla teoria della probabilità, hanno elaborato una teoria secondo cui il destino di un tumore, e la presenza di masse secondarie, è scritto nelle sue dimensioni 

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La maggior parte dei decessi per cancro sono dovuti allo sviluppo di tumori secondari chiamati metastasi. Con l'avanzare della neoplasia, infatti, le cellule spesso si diffondono dal tumore primario ad altre parti del corpo e formano queste piccole masse. Tuttavia, la dinamica della nascita e della crescita delle metastasi e la loro relazione con l'evoluzione del tumore primario non sono ancora chiare. Per tentare di far luce su questo processo Stefano Avanzini e Tibor Antal, due ricercatori dell'Università di Edimburgo, hanno elaborato un modello matematico che svela che il destino di un tumore è scritto nelle sue dimensioni, utilizzando strumenti della teoria della probabilità e stimando i parametri che riguardano cinque diversi tipi di cancro.

Le ipotesi sulla recidiva

Infatti, valutando semplicemente le dimensioni della massa tumorale stessa, questo modello riesce a prevedere l'eventuale presenza di metastasi 'fantasma', quei piccoli tumori secondari non ancora identificabili dai normali strumenti diagnostici. Il risultato, che potrà rivelarsi prezioso per impostare al meglio le terapie in modo da ridurre il rischio di recidive, è stato anche pubblicato sulla rivista Plos Computational Biology. Gli esperti, in prima istanza, hanno sottolineato che l'evoluzione di ciascuna metastasi è descritta come un processo di ramificazione indipendente. In sostanza, è emerso che sebbene un trattamento standard inizi con l’eliminazione del tumore primario, proprio in quel momento le metastasi potrebbero essersi già formate ed essere ancora troppo piccole per essere rilevate. Queste piccole masse ‘fantasma’ potrebbero raggiungere dimensioni rilevabili, portando quindi a una recidiva della malattia, qualche tempo dopo l'intervento chirurgico. Per questo motivo hanno messo alla prova il loro modello matematico provando a stimare la percentuale di pazienti con metastasi identificabili al momento dell'intervento chirurgico, oltre che per predire i tempi di recidiva di diversi tipi di tumore, tra i quali quello alla mammella, al colon-retto, al collo, al polmone o alla prostata) senza metastasi visibili.

Quantificare il potenziale rischio

I calcoli hanno portato a ottenere stime che riflettono in maniera accurata i dati reali raccolti negli studi clinici sui pazienti. "Abbiamo individuato un'ampia gamma di dimensioni del tumore primario per cui sono state previste solo metastasi invisibili: tra l'altro, i tumori che vengono rimossi chirurgicamente ricadono spesso in questo range problematico", ha spiegato Antal. "Per questo motivo il nostro modello prevede che piuttosto spesso, al momento della chirurgia, nessuna metastasi venga identificata, sebbene alcune invisibili siano già presenti, pronte a causare una recidiva nel giro di pochi anni". Il nuovo modello matematico apre così alla possibilità di quantificare il potenziale rischio associato al ritardo con cui viene effettuato l'intervento di rimozione chirurgica della massa tumorale primaria, un lasso di tempo particolarmente critico per quei tumori più piccoli che stanno per iniziare a disseminare le loro metastasi.