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Tumore al pancreas, ‘gene Jolie’ nel mirino per fermare progressione

Salute e Benessere

Agendo sulle mutazioni dei geni BRCA, che favoriscono alcune neoplasie, il nuovo farmaco olaparib riduce il rischio di progressione del carcinoma pancreatico fino al 47% 

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C’è una nuova arma da utilizzare nella lotta al tumore al pancreas, una delle neoplasie più aggressive: olaparib è infatti un'innovativa terapia in grado di ridurre in modo importante la progressione della malattia nei pazienti che presentano la mutazione dei geni BRCA 1 e 2, già conosciuta come 'gene Jolie' e associata a un rischio più alto di sviluppare alcune specifiche forme tumorali. Il traguardo è stato raggiunto grazie allo studio internazionale di fase III Polo, presentato al Congresso della Società americana di oncologia clinica (Asco). Secondo Giampoalo Tortora, coautore della ricerca e direttore del Comprehensive Cancer del Policnico Gemelli, si tratta di un importante passo che apre “l’era della medicina personalizzata” anche per i pazienti colpiti da tumore al pancreas e portatori di mutazioni genetiche.

Il ‘gene Jolie’ abbinato al tumore al pancreas

Le mutazioni dei geni BRCA 1 e 2, divenute note specialmente in seguito alla scelta di Angelina Jolie di sottoporsi a mastectomia e ovariectomia, sono collegate a un maggior rischio di sviluppare i tumori all’ovaio e alla mammella, ma sono presenti anche nel 7,5% dei malati totali di tumore pancreatico. In questa categoria di pazienti, le terapie finalizzate a migliorare la sopravvivenza si erano sempre rivelate inefficaci. Per questo, gli autori dello studio hanno sottoposto alla nuova terapia 154 soggetti reduci da chemioterapia con platino senza progressione del tumore, riducendo questo rischio del 47%. A due anni dal trattamento con olaparib, infatti, la malattia si è fermata nel 22% dei pazienti curati, rispetto al 10% di chi è stato trattato con placebo; percentuali ancora più alte dopo solo un anno, con il 34% di individui trattati con olaparib che ha visto arrestarsi la progressione del cancro al pancreas.

Un programma per l’accesso alla terapia

Soltanto nel 2018, le stime in Italia parlano di 13.300 nuovi casi di tumore al pancreas, con i malati che presentano solo l’8,1% di possibilità di sopravvivere entro cinque anni. I numeri allarmanti della neoplasia killer rimarcano l’importanza del traguardo raggiunto, visto che per la prima volta gli scienziati hanno ottenuto “un farmaco che sulla base di un'alterazione molecolare è in grado di produrre un impatto importante sulla sopravvivenza” di chi è portatore delle mutazioni genetiche BRCA, spiega Tortora. Secondo il direttore del Comprehensive Cancer del Gemelli di Roma sarà ora necessario, attraverso un apposito programma, rendere più facile l’accesso alla nuova terapia a coloro che sono malati del tumore al pancreas metastatico e presentano le mutazioni dei geni, categoria che dovrebbe comprendere 1000-1200 pazienti, con almeno 500 di essi potenziali candidati a essere trattati con olaparib. In futuro, l’aumento di conoscenze sul tema consentirà di agire su questa e altre mutazioni genetiche o molecolari abbinate ai tumori per terapie potenzialmente sempre più efficaci.