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Infarto, con diffusione angioplastica calo mortalità del 3-5%

Salute e Benessere
Immagine di archivio (Ansa)

La diffusione della procedura ha portato a una riduzione significativa dei decessi. L’intervento mininvasivo su valvola aortica invece è ancora poco diffuso 

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L’incremento dell’angioplastica primaria ha portato a una riduzione di mortalità tra il 3 e il 5% in alcune regioni. La procedura mininvasiva per l’infarto, ormai entrata nella pratica clinica quotidiana, ha visto nel 2017 un aumento del 3,9% della sua diffusione, per un totale di quasi 37 mila interventi. Hanno discusso di questo tema oltre 2000 esperti nazionali e internazionali durante il Congresso nazionale della Società Italiana di Cardiologia Interventistica (Sici-Gise).

Migliorate le performance delle strutture sanitarie

“La possibilità di accesso alle procedure di angioplastica primaria è garantita in tutta Italia grazie alla gestione dei laboratori di emodinamica H24. Questo tipo di gestione ha consentito di migliorare le performance delle strutture sanitarie. Ha permesso anche di ridurre la mortalità delle malattie coronariche”, sottolinea Giuseppe Tarantini, presidente Gise. “Per la prima volta si può affermare che l’angioplastica coronarica con impianto di stent sta sconfiggendo la mortalità per infarto miocardico acuto. La diffusione della procedura è stata promossa da ‘Stent for life’, iniziativa della Società Europea di Cardiologia e di Interventistica Cardiovascolare. “Con questo progetto è stato possibile assicurare a tutti i pazienti italiani con infarto miocardico acuto le stesse opportunità di rapido accesso alla procedura salva vita”, afferma Tarantini. In Veneto, Piemonte, Puglia, Sicilia e Campania il numero di angioplastiche coronariche con impianto di stent ha registrato un forte aumento: il picco lo registra la Campania con un incremento del 25,13%.

Sostituzione valvola aortica, c’è ancora divario territoriale

Meno lusinghiera la gestione delle valvulopatie per via percutanea: rimane rilevante la differenza nel numero di prestazioni effettuate nelle diverse regioni. Per quanto riguarda la sostituzione della valvola aortica per via transcatetere (Tavi) si è registrato un incremento del 20,4% nel 2017 rispetto all’anno precedente, ma permangono significative differenze territoriali. “Oltre a questo l’Italia, con una media di 91,2 operazioni di Tavi per milione di abitanti/anno e di 14,1 clip mitraliche, è ancora sotto la media europea”, conclude Tarantini. Si stima che in Italia il 3,4% dei cittadini over 75 sia affetto da stenosi aortica severa, mentre il bacino potenziale di pazienti candidabili a Tavi è di circa 32 mila individui, classificabili come ad alto rischio. Sono 15 mila invece i pazienti a rischio intermedio.