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Aids, nel 2016 l’Italia al 13esimo posto in Europa per casi di HIV

Salute e Benessere
I casi di Hiv segnalati tra il 2000 e il 2016 in Italia sono stati 26.643

Le regioni italiane con più episodi di sieropositività nel 2016 sono state il Lazio, le Marche, la Toscana e la Lombardia. Il numero di decessi è stabile dal 2010

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L'Italia, con un'incidenza pari a 5,7 casi di Hiv per 100.000 abitanti, nel 2016 si posiziona al 13esimo posto, come la Grecia, nella classifica dei Paesi dell'Europa occidentale. I dati emergono dalla relazione inviata dal Ministero della Salute al Parlamento (aggiornata a maggio 2017) e mostrano come sia necessario continuare a investire in attività di informazione, prevenzione e assistenza.

Oltre 26mila diagnosi di Hiv tra il 2000 e il 2016

Solo nel 2016 l'incidenza della sindrome da immunodeficienza acquisita (Aids) è stata pari a 1,3 casi su 100mila residenti. L'agente responsabile della sindrome è il virus dell'immunodeficienza umana (Hiv). Chi ne è portatore è definito sieropositivo, ma non necessariamente sviluppa la malattia. I casi di Hiv segnalati tra il 2000 e il 2016 in Italia sono stati 26.643, facendo guadagnare al nostro paese il 13esimo posto in Europa occidentale per incidenza delle infezioni (5,7 su 100mila residenti). Le regioni italiane con più casi di sieropositività nel 2016 sono state il Lazio, le Marche, la Toscana e la Lombardia. Il numero di decessi in persone con Aids è stabile dal 2010, mentre aumenta progressivamente la proporzione delle persone con nuova diagnosi di Aids che scopre di essere Hiv positiva nei mesi precedenti alla diagnosi stessa.

L'impegno dell'Italia

"L'Italia - si legge nella presentazione a firma del ministro Giulia Grillo - come gli altri Stati membri dell'Onu si è impegnata e vuole continuare a impegnarsi a combattere e arrestare la diffusione dell'Hiv, della tubercolosi e della malaria entro il 2030". Nonostante l'infezione da Hiv sia prevenibile attraverso efficaci misure di sanità pubblica, secondo il ministero della Salute continua a rappresentare un grave problema a livello globale. "La fine dell'epidemia di Aids - prosegue Grillo - richiederà una rapida accelerazione della risposta e del supporto fino al 2030 e oltre, raggiungibile solo attraverso un rinnovato impegno politico, risorse aggiuntive e innovazioni tecnologiche e programmatiche".