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Carne del futuro, realizzata in vitro ed ecocompatibile

Salute e Benessere
Immagine di archivio (Getty Images)

L’alimento non è ancora disponibile al pubblico, ma ci sono alcune aziende, negli Stati Uniti, che puntano alla sua commercializzazione entro la fine del 2018 

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Gli allevamenti di bestiame sono una delle principali cause dell’inquinamento globale. La carne creata in laboratorio potrebbe alleggerire notevolmente questo problema. I prodotti animali in vitro vengono realizzati coltivando delle cellule all’interno di un tessuto prelevato direttamente dall’animale.

Carne ‘pulita’ prossimamente sul mercato

Questo tipo di alimento non è ancora disponibile al pubblico, ma ci sono alcune aziende, negli Stati Uniti, che puntano alla sua commercializzazione entro la fine 2018. Tetrick, per esempio, ha dichiarato alla CNN che le sue crocchette di pollo, salsicce e foie gas, realizzati interamente in laboratorio, potrebbero essere proposte come piatto all’interno di alcuni ristoranti statunitensi prima del 2019. Anche il Regno Unito, sulla scia degli USA, starebbe avviando la produzione.
Mosa Meat, nei Paesi Bassi, ha realizzato nel 2013 il primo hamburger al mondo a base di cellule coltivate in vitro. Da allora l’azienda è impegnata attivamente nella produzione di questi alimenti e prevede di lanciarli sul mercato nel 2021. I principali ostacoli per la diffusione della carne, cosiddetta ‘pulita’, sembrerebbero riguardare principalmente la riluttanza dei possibili acquirenti. “Anche se non accadrà nell’immediato, i cittadini si renderanno conto dei sostanziali benefici della carne realizzata in laboratorio”, le parole di Mark Post, co-fondatore di Mosa Meat.
Un altro problema potrebbe derivare dal prezzo elevato. Memphis Meats, un’azienda di tecnologia alimentare con sede a San Francisco, ha dichiarato, per esempio, di spendere quasi 2.000 euro per la produzione di soli 450 grammi di carne.

Il grande impatto sull’ambiente

L’Istituto Adam Smith britannico (A.S.I.) ha spiegato che l’allontanamento dall’industria intensiva per la produzione di carne potrebbe ridurre le emissioni di gas serra fino al 96%. Questo potrebbe liberare, in aggiunta, il 99% del terreno impiegato attualmente nell’agricoltura in tutto il mondo. “Possiamo produrre la stessa quantità di carne utilizzando l’1% della terra che serve per farlo”, precisa il dottor Madsen Pirie, presidente dell’A.S.I.
Il grande impatto derivante da questa nuova tecnologia eviterebbe, infatti, il disboscamento delle foreste pluviali, necessario per adempiere alla produzione di alimenti per animali destinati al macello.