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Roma: in costume da gladiatori estorcevano denaro a turisti dopo foto

Lazio
©Ansa

Dopo aver preteso un selfie con i malcapitati, i tre uomini arrivavano, attraverso minacce e aggressioni fisiche, a chiedere loro fino a 500 euro

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La Polizia di Stato  ha eseguito un'ordinanza di applicazione della misura cautelare nei confronti di tre persone, gravemente indiziati del reato di estorsione. Gli uomini, in costume da centurioni e gladiatori, avrebbero infatti preteso del denaro dai turisti dopo un selfie per il quale si erano loro stessi proposti.

Le indagini

I fatti sarebbero avvenuti nell''area del parco archeologico del Colosseo, dopo che nei mesi di agosto e settembre 2022, alla polizia erano giunte alcune denunce di turisti stranieri ai quali erano stati estorti fino a 500 euro. Identico il modus operandi raccontato: degli uomini vestiti da gladiatore o centurione, dopo aver invitato le vittime a farsi una foto con loro nella storica cornice dell'anfiteatro Flavio, pretendevano, anche con violenze e minacce, un pagamento in contanti. In particolare, un turista del nord Italia ha denunciato di essersi sentito chiedere 40 euro per la 'classica' foto. Al suo rifiuto, due dei tre indagati, dopo averlo bloccato e circondato, con la minaccia di picchiarlo, gli avrebbero estorto 150 euro. In un altro episodio, informa ancora la polizia, i tre avrebbero attirato l' attenzione di un turista irlandese e, dopo aver scattato il selfie, avrebbero preteso il pagamento della foto. Al rifiuto della vittima, che rispondeva di non avere soldi, lo avrebbero costretto ad andare al bancomat più vicino, circondato e spintonato. La vittima ritirava e consegnava la somma di 200 euro. I tre, non soddisfatti, l'avrebbero indotta ad andare di nuovo al bancomat e prelevare altri 50 euro. La polizia è infine riuscita a dentificare i i malviventi e a raccogliere una serie di riscontri grazie ai quali la procura ha chiesto ed ottenuto dal Gip del Tribunale di Roma una misura cautelare a carico degli indagati. Per due di essi è stata disposta la misura degli arresti domiciliari mentre, per il terzo indagato, in mancanza di un luogo idoneo dove svolgere la medesima misura, è stata disposta la traduzione in carcere.