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Ragazza che ha investito Francesco Valdiserri al gip: "Non ricordo niente"

Lazio

La giovane ha dichiarato al gip di non ricordare nulla del momento dell'impatto. Ha anche detto di non avere idea di come sia potuta finire con l’auto sul marciapiede

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La ragazza che ha investito e ucciso Francesco Valdiserri ha dichiarato di non ricordare nulla del momento dell'impatto. Ha anche detto di non avere idea di come sia potuta finire con l’auto sul marciapiede. "Sono devastata dal senso di colpa" ha ammesso, secondo quanto riporta il Corriere della Sera, nel corso del suo interrogatorio di garanzia che si è svolto fra qualche difficoltà poiché la ragazza aveva scoppi di pianto frequenti. La ragazza, secondo quanto ha riferito il suo difensore, l'avvocato Paolo Leoni, è ancora sotto shock. Il suo arresto per omicidio stradale aggravato è stato convalidato stamattina, lo stesso giorno dei funerali (LE FOTO) del 18enne, travolto nella notte tra il 19 e il 20 ottobre mentre camminava con un amico su un marciapiede della Cristoforo Colombo, a Roma.

Tasso alcolemico nel sangue pari a 1,57

Sul fronte investigativo restano alcuni dubbi, il primo dei quali è rappresentato dal limite di velocità che sarebbe stato abbondantemente superato dalla donna che non solo aveva un tasso alcolemico nel sangue pari a 1,57 ma aveva anche un precedente. La patente le era stata sospesa nel 2019 perché trovata in stato di alterazione legata alla assunzione di alcolici.. Il documento era stato poi riottenuto legalmente. "Tutto si è consumato in un attimo: ero in auto con un mio amico - ha detto la ragazza -. Stavamo scherzando, eravamo tranquilli: non pensavo potesse accadere una cosa del genere". La giovane, inoltre, avrebbe negato che l'auto prima del tragico impatto abbia sbandato verso sinistra prima di proseguire sul lato opposto e travolgere sul marciapiede Valdiserri che era in compagnia di un suo amico, quest'ultimo rimasto miracolosamente illeso. Il gip, dopo una breve camera di consiglio, ha confermato per lei gli arresti domiciliari per l'accusa di omicidio stradale aggravato dalla guida in stato di ebrezza. Un capo di imputazione che potrebbe ulteriormente aggravarsi alla luce delle perizie disposte dal pm Erminio Amelio, titolare del fascicolo di indagine.

Le indagini

In primo luogo gli inquirenti vogliono capire se prima dello schianto la ragazza stesse utilizzando il cellulare: verranno effettuate analisi sul telefono e soprattutto verranno passati al setaccio i tabulati. Gli inquirenti disporranno anche verifiche sullo stato di degrado dei pneumatici dell'auto. Se dovesse essere accertato che la Suzuki viaggiava ad una velocità superiore ai 70 km/h, per l'indagata scatterà una ulteriore accusa che potrebbe portare in caso di eventuale condanna a un massimo di 15 anni carcere. Inoltre il giovane in auto con la ragazza avrebbe detto di un suo tentativo di evitare lo schianto e fermare la folle corsa dell'auto. 

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